La storia del parco di Levico Terme (TN) è strettamente correlata all'idea della città termale ed inizia nel 1898, con l’acquisizione da parte di Giulio Adriano Pollacseck, direttore della Società Levico-Vetriolo Heilquellen, di un "arativo con viti e gelsi" di circa 120mila metri circa nell'area Caodigne.
Lo scopo è di creare un “luogo di cura termale” composto da un grande stabilimento - albergo immerso in un grande parco. All'inizio del XX secolo il giardiniere berlinese Georg Zill ha l’incarico di disegnare il parco, che dovrà rispettare i canoni del gusto della moda ottocentesca. Sorge così un parco dotato di una rete di passeggiate per il diletto degli ospiti del grande albergo delle terme, costruito a tempi di record e inaugurato nel 1905. Dalla stazione ferroviaria si entra subito in rapporto diretto con il complesso termale attraverso un viale alberato che porta fino all'ingresso principale del parco e di lì al Grand hotel. Risalgono a quell'epoca gli impianti delle alberature monumentali che ancora oggi si possono ammirare, come le tuie giganti e la grande sequoia.
Villa Paradiso, la graziosa costruzione in stile liberty collocata nella posizione centrale del parco, è la residenza del giardiniere. Sono invece del dopoguerra i faggi e le altre latifoglie, aggiunte al parco dall'allora direttore Alcide Saltori che per primo inserirà le aiuole di fiori nelle radure un tempo dedicate all'elioterapia. Gli abeti del Caucaso delimitano alcuni viali principali.
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