Ufficialmente inaugurata il 19 giugno 1882, piazza Vittorio Emanuele II, o semplicemente piazza Vittorio, fu costruita da Gaetano Koch in stile umbertino, racchiusa da palazzi con ampi portici di stile ottocentesco, nel multietnico rione Esquilino di Roma.
I giardini al centro della piazza, intitolati a Nicola Calipari, custodiscono diverse fontane: nell’angolo nord si trovano i resti del ninfeo di Alessandro, antica fontana terminale dell’acquedotto dell’Aqua Iulia, conosciuta anche come trofei di Mario; la fontana del Glauco, ribattezzata ironicamente il “fritto misto”, è un gruppo scultoreo composto da un delfino, tre tritoni e un grosso polipo, opera di Mario Rutelli del 1910; più recentemente è stata costruita la fontana degli Zampilli.
Incastonata in un muro e sorvegliata da due statue del dio egizio Bes, la cosiddetta porta Magica (o porta Alchemica) è tutto quel che resta di Villa Palombara, costruita a partire dal 1620 dal marchese Oddo Savelli di Palombara e demolita nel secondo Ottocento: la porta presenta simboli esoterici e cabalistici – triangoli, simboli di pianeti, scritte in ebraico e iscrizioni in latino – formule che sembra contenessero il segreto della pietra filosofale.
Nell’angolo nord della piazza si trova la Chiesa di Sant’Eusebio, risalente al IV secolo, ristrutturata nel 1230 sotto il pontificato di Gregorio IX, e ricostruita nel 1711 da Stefano Fontana.
Sul finire del XIX secolo nella piazza nacque un grande mercato all’aperto che rimase in attività fino agli anni Novanta.
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