Donato Giuranna (Charles Vanel), un vecchio contadino, rimasto solo nella sua masseria tra le Murge in Puglia (la Masseria Viti De Angelis di Altamura), scende in paese per telegrafare ai suoi tre figli e comunicare loro che la mamma è morta. L’ufficio postale è in realtà il municipio di Cassano delle Murge, in piazza Aldo Moro (alle sue spalle la Chiesa di Santa Maria Assunta). Nella stessa piazza più avanti il figlio Raffaele (Philippe Noiret) ritrova in un bar i vecchi amici. Il paesaggio delle Murge comprende anche Gravina e alcune località tra Matera e provincia.
I tre figli si sono rifatti una vita in tre differenti città: Rocco (Vittorio Mezzogiorno) è responsabile di un istituto di rieducazione per minorenni a Napoli; Nicola (Michele Placido) fa l’operaio a Torino; Raffaele è magistrato a Roma (una notte sogna il proprio assassinio ad opera di alcuni terroristi in via Baiamonti, all’incrocio con viale Mazzini). I quattro uomini sono costretti a fare i conti con quello che erano e ciò che sono diventati: Rocco incontra il vecchio parroco e si siede al pianoforte di una vecchia chiesa (parte del Convento di San Francesco d’Assisi di Miglionico); un ricordo di gioventù porta papà Donato e la sua defunta moglie sulla spiaggia lucana di Lido Quarantotto, lungo la costa ionica.
Donato Giuranna (Charles Vanel), un vecchio contadino, rimasto solo nella sua masseria tra le Murge in Puglia (la Masseria Viti De Angelis di Altamura), scende in paese per telegrafare ai suoi tre figli e comunicare loro che la mamma è morta. L’ufficio postale è in realtà il municipio di Cassano delle Murge, in piazza Aldo Moro (alle sue spalle la Chiesa di Santa Maria Assunta). Nella stessa piazza più avanti il figlio Raffaele (Philippe Noiret) ritrova in un bar i vecchi amici. Il paesaggio delle Murge comprende anche Gravina e alcune località tra Matera e provincia.
I tre figli si sono rifatti una vita in tre differenti città: Rocco (Vittorio Mezzogiorno) è responsabile di un istituto di rieducazione per minorenni a Napoli; Nicola (Michele Placido) fa l’operaio a Torino; Raffaele è magistrato a Roma (una notte sogna il proprio assassinio ad opera di alcuni terroristi in via Baiamonti, all’incrocio con viale Mazzini). I quattro uomini sono costretti a fare i conti con quello che erano e ciò che sono diventati: Rocco incontra il vecchio parroco e si siede al pianoforte di una vecchia chiesa (parte del Convento di San Francesco d’Assisi di Miglionico); un ricordo di gioventù porta papà Donato e la sua defunta moglie sulla spiaggia lucana di Lido Quarantotto, lungo la costa ionica.
Iterfilm, Gaumont
David di Donatello 1981: Miglior regia a Francesco Rosi – Migliore sceneggiatura a Francesco Rosi e Tonino Guerra – Migliore attrice non protagonista a Maddalena Crippa – Miglior attore non protagonista a Charles Vanel – Migliore fotografia a Pasqualino De Santis / Nastro d'argento 1981: Regista del miglior film a Francesco Rosi – Migliore attore protagonista a Vittorio Mezzogiorno – Migliore fotografia a Pasqualino De Santis
Ispirato al racconto Il terzo figlio di Andrej P. Platonov. Tre fratelli originari del sud Italia, diversi per età e percorsi di vita, si ritrovano al paese natale in occasione della morte della madre. Con l’Italia degli anni di piombo sullo sfondo, sarà l’occasione per fare un bilancio della propria vita.