Le capanne e i complessi pastorali in pietra a secco abruzzesi sono uno straordinario universo di architettura spontanea legato alla vita dell’uomo sulla montagna e alla pastorizia. Dai “maceri”, cumuli di massi generati dalla meticolosa azione millenaria di spietramento dei campi da parte delle comunità locali, nacquero, per mano di operosi contadini e pastori transumanti, muri a secco per recingere minuscole proprietà ed arcaiche architetture a tholos. Le pietre venivano utilizzate anche per racchiudere e proteggere le preziose acque sorgive.
La media montagna abruzzese è disseminata di queste strutture. Il maggior numero di capanne di pietra è concentrato sulla Maiella, con densità maggiore nei comuni di Abbateggio (Valle Giumentina, con uno dei più grandi tholos di tutta la Maiella) Roccamorice (Valle Onofrio, Fosso Capanna e Colle della Civita) e Lettomanoppello. Altre località in cui è possibile facilmente rinvenire costruzioni di questa tipologia sono Decontra a Caramanico, La Valletta -Passolanciano tra Pretoro e Pennapiedimonte, Colle Malvarano e Passo S. Leonardo a Pacentro, Monte Manicola e Colle del Vescovo a L’Aquila, Montagna dei Fiori tra Civitella del Tronto e Valle Castellana.
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