L'isola di San Pantaleo – Mozia (TP) per i Fenici – è situata in mezzo ad una laguna dalle acque basse. È la maggiore delle isole con cui compone l’arcipelago dello Stagnone di Marsala (Isola Grande, Schola, Santa Maria), riserva naturale dal 1984. Ricoperta da vegetazione mediterranea, è congiunta alla terraferma da una strada lastricata visibile a pelo d'acqua in località Birgi.
Alla fine dell'Ottocento l'isola fu acquistata dalla famiglia Whitaker, che diede impulso agli scavi archeologici. Vi sorgeva infatti un insediamento fenicio risalente al XII a.C., di cui si rilevano il sistema di fortificazione con resti di torri, in particolare quella orientale, e il tophet, ovvero l'area sacra, dove venivano deposti i vasi contenenti i resti dei sacrifici umani. Sulla costa settentrionale dell'isola sorge invece la necropoli, dove sono stati rinvenuti numerosi oggetti appartenenti al corredo funerario.
Nella zona meridionale dell'isola c’è la casermetta, un edificio suddiviso in due parti con un corridoio scoperto al centro. Poco distante si trovano i resti della casa dei mosaici, una ricca residenza su due piani costruita su un pendio che digrada dolcemente verso il mare; il nome deriva dal pavimento interamente decorato con mosaici di ciottoli bianchi, grigi e neri che rappresentano animali selvatici.
Mozia è ricca di piscine naturali formatesi grazie alle basse acque della laguna: tra queste il kothon, antica piscina sacra adiacente ad un tempio scoperto.
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