Il Castello di Fumone (FR) è noto come fortezza fin dal Medioevo, quando fece da roccaforte durante l'assedio di Enrico VI (1186) e quando fu luogo di prigionia per papa Celestino V che, dopo aver rinunciato al soglio pontificio, vi venne rinchiuso per ordine del successore, Bonifacio VIII.
Situato in posizione strategica tra le montagne di Ernici e Lepini, il suo punto più alto è 793m sopra il livello del mare, da cui può essere ammirata l'intera Valle del Sacco e la via Latina, un tempo collegamento tra Roma e Napoli. Il luogo venne abitato dagli Ernici e dai Romani, che lo sfruttarono come avamposto di controllo. A determinare il toponimo della zona, furono proprio i segnali di fumo con cui si comunicava l'arrivo degli eserciti nemici: "se c'è fumo in Fumone, tutta la Campania trema".
Una leggenda vuole che a Fumone aleggi lo spirito del marchesino Francesco Longhi, figlio della duchessa Emilia Caetani, morto nel 1851 all'età di tre anni. Il bambino sarebbe stato avvelenato dalle sue sette sorelle con dosi di arsenico per evitare che avesse diritto all'eredità dell'intero patrimonio familiare costringendo le ragazze a un matrimonio combinato o al convento.
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