Su uno sperone roccioso, la struttura del Castello di Roccascalegna si sviluppa tra l'XI e il XII secolo a partire da una torretta di guardia di epoca longobarda. Fu in uso fino al 1600 per poi essere abbandonato fino alla metà degli anni Ottanta, quando ne iniziò il restauro.
La funzione difensiva è caratterizzata da un perimetro fortificato con torri di varie dimensioni tra le quali spicca quella a pianta quadrata sulla sommità della rupe.
La rocca è accessibile dal centro del paese di Roccascalegna (CH), dove una viuzza in salita conduce all'antica Chiesa di San Pietro. Da qui parte una ripida scalinata di pietra che termina nel cortile interno del castello. Il cortile permette di accedere alla torre del carcere, alla torre angioina e alla cappella. Una grondaia raccoglie l’acqua piovana che confluisce in una cisterna.
Una famosa leggenda inerente il castello riguarda il ripristino dello Ius primae noctis nel 1646 da parte del Barone Corvo de Corvis che prevedeva che ogni novella sposa dovesse passare col barone la prima notte di nozze piuttosto che con il marito. Quando una sposa novella (o da suo marito travestito) lo accoltellò, egli, morente, lasciò l'impronta della propria mano insanguinata su una roccia della torre, crollata poi nel 1940. Impronta che continuava a riaffiorare nonostante si continuasse a lavare.
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