Le ambientazioni senza tempo del film di Matteo Garrone Il racconto dei racconti hanno come sfondo luoghi reali, spesso sconosciuti, sparsi tra il Centro-Sud Italia e la Sicilia.
La regina di Selvascura, a cui presta il volto Salma Hayek, alloggia presso il Castello di Donnafugata, edificio neogotico di 2.500 metri quadrati nel ragusano. Acquistato dal Comune di Ragusa nel 1982 per restaurarlo e aprirlo al pubblico, un tempo era una dimora nobiliare e vi risiedeva la famiglia Arezzo De Spuches. Nel suo labirinto di muri a secco a forma trapezoidale, sul modello di quello inglese di Hampton Court, è stata girata la scena in cui la regina vestita con un pesante abito di broccato rosso gioca ad inseguire l’amato figlio Elias. Una scena che non sarebbe stata possibile se il re di Selvascura, per assecondare il desiderio di maternità della moglie, non avesse sacrificato la sua vita per immergersi nelle acque gelide delle gole dell’Alcantara, canyon di origine lavica nei pressi di Taormina, strappare il cuore del drago marino che vi abita e darlo in pasto alla regina, dopo averlo fatto cuocere da una vergine. Gli interni della dimora dei reali di Selvascura appartengono al Castello di Sammezzano, raro esempio di architettura moresca che si trova a Regello, in provincia di Firenze. La falesia di Statte, nei pressi di Taranto, è lo scenario dove Elias salva il suo gemello Jonah, figlio della vergine che ha cucinato il cuore del drago marino, da un mostro alato.
Nell’atmosfera incantata del bosco del Sasseto, vicino Acquapendente, nell’alto Lazio, tra tronchi secolari e rami contorti, sono state girate alcune scene del capitolo Le Due Vecchie, durante il quale la vecchia Dora, a seguito di un incantesimo, tornerà giovane e riuscirà a farsi sposare dal re di Roccaforte, Vincent Cassel. Questi dimora presso il castello medievale di Roccascalegna, costruito dai longobardi per difendersi degli attacchi bizantini, arroccato su uno sperone di roccia nel chietino. Gli interni del castello sono invece quelli di Palazzo Chigi di Ariccia.
Nel capitolo La Pulce, il re di Altomonte, interpretato da Toby Jones, dimora a Castel del Monte, costruzione a pianta ottagonale, unica nel suo genere (dal 1996 è patrimonio Unesco), che fu fatta costruire nel 1294 da Federico II. Si trova su una collina a 540 metri di altezza nell’omonima frazione di Andria. Gli interni sono quelli di un altro castello pugliese, quello normanno-svevo di Gioia del Colle. Qui è allestita la sala del trono, dove fa il suo ingresso l’orco che vincerà la mano della principessa, per poi trascinarla nel villaggio rupestre di Gravina di Petruscio (Mottola) dove vive. Si tratta di un complesso che si snoda, attraverso sentieri e gradinate, per circa 4 km, tra grotte, chiese e tombe. Tuttavia la principessa di Altomonte riuscirà a salvarsi con l’aiuto di un funambolo e scapperà, inseguita dall’orco tra le vie Cave di Sorano (Grosseto), una rete viaria di origine etrusca che si snoda tra pareti di tufo alte fino a 20 metri.
Le ambientazioni senza tempo del film di Matteo Garrone Il racconto dei racconti hanno come sfondo luoghi reali, spesso sconosciuti, sparsi tra il Centro-Sud Italia e la Sicilia.
La regina di Selvascura, a cui presta il volto Salma Hayek, alloggia presso il Castello di Donnafugata, edificio neogotico di 2.500 metri quadrati nel ragusano. Acquistato dal Comune di Ragusa nel 1982 per restaurarlo e aprirlo al pubblico, un tempo era una dimora nobiliare e vi risiedeva la famiglia Arezzo De Spuches. Nel suo labirinto di muri a secco a forma trapezoidale, sul modello di quello inglese di Hampton Court, è stata girata la scena in cui la regina vestita con un pesante abito di broccato rosso gioca ad inseguire l’amato figlio Elias. Una scena che non sarebbe stata possibile se il re di Selvascura, per assecondare il desiderio di maternità della moglie, non avesse sacrificato la sua vita per immergersi nelle acque gelide delle gole dell’Alcantara, canyon di origine lavica nei pressi di Taormina, strappare il cuore del drago marino che vi abita e darlo in pasto alla regina, dopo averlo fatto cuocere da una vergine. Gli interni della dimora dei reali di Selvascura appartengono al Castello di Sammezzano, raro esempio di architettura moresca che si trova a Regello, in provincia di Firenze. La falesia di Statte, nei pressi di Taranto, è lo scenario dove Elias salva il suo gemello Jonah, figlio della vergine che ha cucinato il cuore del drago marino, da un mostro alato.
Nell’atmosfera incantata del bosco del Sasseto, vicino Acquapendente, nell’alto Lazio, tra tronchi secolari e rami contorti, sono state girate alcune scene del capitolo Le Due Vecchie, durante il quale la vecchia Dora, a seguito di un incantesimo, tornerà giovane e riuscirà a farsi sposare dal re di Roccaforte, Vincent Cassel. Questi dimora presso il castello medievale di Roccascalegna, costruito dai longobardi per difendersi degli attacchi bizantini, arroccato su uno sperone di roccia nel chietino. Gli interni del castello sono invece quelli di Palazzo Chigi di Ariccia.
Nel capitolo La Pulce, il re di Altomonte, interpretato da Toby Jones, dimora a Castel del Monte, costruzione a pianta ottagonale, unica nel suo genere (dal 1996 è patrimonio Unesco), che fu fatta costruire nel 1294 da Federico II. Si trova su una collina a 540 metri di altezza nell’omonima frazione di Andria. Gli interni sono quelli di un altro castello pugliese, quello normanno-svevo di Gioia del Colle. Qui è allestita la sala del trono, dove fa il suo ingresso l’orco che vincerà la mano della principessa, per poi trascinarla nel villaggio rupestre di Gravina di Petruscio (Mottola) dove vive. Si tratta di un complesso che si snoda, attraverso sentieri e gradinate, per circa 4 km, tra grotte, chiese e tombe. Tuttavia la principessa di Altomonte riuscirà a salvarsi con l’aiuto di un funambolo e scapperà, inseguita dall’orco tra le vie Cave di Sorano (Grosseto), una rete viaria di origine etrusca che si snoda tra pareti di tufo alte fino a 20 metri.
Archimede Film, Le Pacte, Rai Cinema, Recorded Picture Company
Globo d'oro 2015: Miglior sceneggiatura a Matteo Garrone, Edoardo Albinati, Ugo Chiti e Massimo Gaudioso / Nastro d'argento 2015: Migliore scenografia a Dimitri Capuani - Migliori costumi a Massimo Cantini Parrini - Migliore sonoro in presa diretta a Maricetta Lombardo / Bari International Film Festival 2016: Regista del miglior film a Matteo Garrone - Migliori costumi a Massimo Cantini Parrini / David di Donatello 2016: Miglior regista a Matteo Garrone - Miglior autore della fotografia a Peter Suschitzk - Miglior scenografia a Dimitri Capuani e Alessia Anfuso - Miglior costumi a Massimo Cantini Parrini - Miglior trucco a Gino Tamagnini - Miglior acconciatore a Francesco Pegoretti - Migliori effetti speciali a Makinarium / Ciak d'oro 2016: Miglior regista a Matteo Garrone - Miglior scenografia a Dimitri Capuani - Miglior costumi a Massimo Cantini Parrini
Tre racconti tratti dalla raccolta Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile (1566) ispirano questo film fantastico in cui tre vicende ambientate in altrettanti regni (La Regina, nel Regno di Selvascura, La Pulce, nel Regno di Altomonte, Le due Vecchie, nel Regno di Roccaforte) finiscono per intrecciarsi tra loro.