I Dori, che nel 387 a.C. fondarono la città di Ancona, si fermarono in questo luogo per le possibilità che il porto naturale offriva. La costa infatti forma un gomito, da cui il nome Ancona (Ankon, gomito in greco), che offre un riparo naturale dal mare. Già nel III secolo a.C. il golfo era usato dai Piceni per gli scambi commerciali con i Greci.
In epoca romana il porto fu notevolmente ampliato, soprattutto dall'imperatore Traiano; in suo onore il senato e il popolo romano fecero costruire nell'area portuale un arco di trionfo. I Saraceni nel IX secolo saccheggiarono la città e distrussero il porto, che fu ricostruito e fortificato dall'XI secolo, nel periodo del libero comune e della repubblica marinara.
Nei secoli successivi, con la scoperta dell'America e lo spostamento dei traffici dal Mediterraneo all'Atlantico, il porto subì un drastico declino fino a quando Clemente XII non concesse il porto franco e finanziò la costruzione del Lazzaretto (Mole Vanvitelliana).
I bombardamenti inflitti durante le due guerre mondiali danneggiarono gravemente Ancona e l'area portuale, che fu ricostruita negli anni successivi. Oggi il Porto di Ancona è primo in Italia per numero di vetture imbarcate e per numero di passeggeri (diretti soprattutto verso l'Europa orientale); tra i primi sei dell’Adriatico per le merci in contenitore, tra i primi in Italia per la pesca.
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