L'Acquedotto di Perugia, lungo circa 4km, iniziò ad essere costruito nel 1254 per condurre l’acqua da monte Pacciano alla Fontana Maggiore e fu terminato nel 1280. Fu un’impresa idraulica straordinaria, poiché senza l’ausilio di pompe o altri strumenti, ma con l’utilizzo di un condotto forzato a pressione si riuscì ad imprimere all’acqua il moto inverso. Durante la prima metà del XIX secolo, una volta cessata la sua funzione, l’ultimo tratto che arriva in città prima del passaggio sotterraneo sotto la cattedrale fu trasformato in un caratteristico percorso pensile per collegare più agevolmente il borgo di Porta Sant'Angelo al centro storico. Questo tratto è costituito da un ponte sorretto da una decina di campate con arconi a tutto sesto, al quale è stato aggiunto il parapetto. Addosso ad esso sorsero diverse abitazioni che aprirono gli accessi anche a quota, non alterando la monumentale opera ma rendendo il percorso pedonale una delle più tipiche vie cittadine. Dove termina il tratto a cielo aperto inizia l’ultimo tratto sotterraneo in via Appia, che un tempo arrivava fino alla fontana.
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