Fino agli inizi del Novecento lo Stagno di Santa Gilla alle porte di Cagliari era una palude infestata dalla malaria finché l’Ing. Luigi Conti Vecchi non presentò un progetto ambizioso e innovativo che avrebbe cambiato il destino di tutta l’area: bonificare lo stagno impiantandovi una moderna salina.
Nel 1921 il progetto è finanziato e approvato dallo Stato Italiano. Già dagli anni Trenta del Novecento, la salina è uno stabilimento all’avanguardia, completamente autosufficiente e basato sull’eco-sostenibilità: si fonda infatti su una catena produttiva integrata a sviluppo circolare, dove non si butta nulla e tutto si ricicla.
Nel 2016 il FAI prende in gestione una parte del vecchio stabilimento, ne crea un museo industriale tra le vecchie officine, archivi storici e laboratori del sale, raccontando la storia di un’industria pulita e del suo particolare valore ambientale: la Salina è un oasi naturale per migliaia di uccelli acquatici tra cui i famosi fenicotteri rosa che si possono ammirare ad occhio nudo. Gli ambienti museali immortalano la storia dell’industria del sale degli anni Trenta con gli arredi originali, i faldoni dell’archivio, i prototipi per i pezzi di ricambio dei macchinari, il laboratorio chimico e l’atmosfera sobria e laboriosa degli uffici della direzione, il tutto inserito nel contesto unico delle colorate vasche salanti che si estendono fino all’orizzonte e che ancora oggi sono in funzione per l’estrazione del sale.
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