Nella parte più meridionale del golfo di Oristano, in posizione estremamente riparata, alla base del ‘corno’ di terra che termina con Capo san Marco, sorge un villaggio di pescatori. Le caratteristiche abitazioni del piccolo borgo, rientrante nel territorio di Terralba, si estendono sino alla pineta della laguna salmastra di Marceddì, originata dall’insenatura marina. La parte più interna della laguna, separata da un piccolo sbarramento, prende il nome di Stagno di San Giovanni. Qua si immettono i corsi d’acqua Rio Mogoro e Rio Mannu che ne addolciscono le acque.
Laguna e stagno furono un tempo approdi del fiorente insediamento fenicio-punico di Neapolis, un tempo importante ‘mercato’ mediterraneo, fondato dai fenici e poi divenuto colonia cartaginese (VI secolo a.C.), i cui resti sono tuttora visibili. Oggi sono habitat di uccelli acquatici che nidificano sulle sponde ricoperte di vegetazione lacustre: airone rosso, folaga, germano reale e pollo sultano saranno piacevoli incontri tra i canneti.
A pochi chilometri, l’antica città di Tharros è un sito archeologico che racconta preistoria e storia della Sardegna.
Marceddì fu anche teatro di incursioni da parte di pirati: la Torre Vecchia spagnola (XVI-XVII secolo), i cui ruderi sono visibili ai bordi dello stagno, nasce per proteggerlo dagli attacchi.
A sud della laguna si trovano la Costa Verde e le sue perle: Pistis, Torre dei Corsari, Marina di Arbus, Piscinas e Scivu. Verso nord si trova l’area marina protetta della penisola del Sinis: San Giovanni di Sinis, Maimoni, Is Arutas e Mari Ermi.
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