Esteso su un’area di 1.100 ettari nel territorio di Nardò, il Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio, è stato istituito in un'area sul mare interessata da vari interventi di riforestazione iniziati negli anni ’50. Prima brullo e roccioso, oggi il paesaggio è caratterizzato dalla presenza di una fitta pineta inserita nella splendida cornice del Mar Jonio. L’habitat prevalente è boscoso ma non mancano i percorsi substeppici, gli habitat ricchi di graminacee e piante annuali e la scogliera frastagliata. A pochi metri dalla costa si può visitare anche la Palude del Capitano dove il fenomeno carsico ha dato origine alle “spunnulate”, ovvero grotte a cui è crollata la volta formando dei laghetti di acqua salmastra. Immerso nel Parco Naturale Regionale Portoselvaggio e Palude del Capitano, tra lagune, vedette costiere e pinete odorose, Portoselvaggio si affaccia sul Mar Ionio. I sentieri che attraversano il bosco costeggiato da una scogliera che si specchia nel mare cristallino portano alla Baia di Uluzzo, un giacimento paleolitico con manufatti in pietra e resti di grandi mammiferi che ha dato il nome alla cosiddetta civiltà “uluzziana”. Subito dopo si incontra la Grotta di Capelvenere che prende il nome da una pianta di felce. Qui sono stati ritrovati reperti che risalgono ai primi insediamenti messapici, romani e medioevali. Un sentiero gradinato conduce ai piedi di Torre dell’Alto, una delle più poderose fortificazioni aragonesi costruite a difesa della costa salentina. Sull’orlo di uno strapiombo di 50m a picco nel mare, c’è la Dannata, un precipizio da cui, nel XIX secolo, si lanciò una fanciulla per sfuggire allo jus primae noctis, il diritto della prima notte imposto da Gian Gerolamo Acquaviva, conte di Conversano e duca di Nardò.
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