Pochi comici come Checco Zalone hanno la capacità di far ridere portando all’estremo pregi e difetti degli italiani. Elementi ricorrenti nei suoi film sono le sue origini meridionali, alcuni luoghi comuni da sfatare, un sogno da realizzare, l’amore, i viaggi. Proprio questi ultimi ci permettono di esplorare le numerose località toccate dai quattro film: alcune facili da identificare, altre mascherate da altri luoghi. Cerchiamole assieme.
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La madrepatria Puglia è punto di partenza e di arrivo di quasi tutte le pellicole di Checco Zalone. Nel suo film d’esordio, Cado dalle nubi, Checco è un aspirante musicista innamorato dell’eterna fidanzata e vive nella pittoresca Polignano a Mare. Vi ritroviamo il centro storico, le case bianche arroccate su una parete di falesia frastagliata a picco su un mare turchese e l’elegante balconata del lungomare. Impossibile non riconoscerla, ed impossibile non provare una punta di rimpianto nel doverla lasciare, con lui, alla volta di Milano.
Copione piuttosto simile quello di Quo vado?. Qui Checco è un realizzato “posto fisso” di Conversano. L’Ufficio provinciale di caccia e pesca dove lavora è in piazza XX Settembre (la sede del Comune) e si trova davanti all’abitazione dove ancora vive con i genitori. Riconosciamo la torre dell’orologio della cittadina sullo sfondo di una scena in cui Checco, seduto in terrazza, sceglie la pasta da una valigetta che gli porge l’adorata madre, la torre cilindrica del Castello di Conversano e largo Cattedrale, il Castello Marchione a pochi chilometri dalla cittadina barese dove Checco intende chiedere Penelope in sposa. Ma il destino si manifesta sotto forma di abolizione delle province: ha inizio per Checco una lunga avventura fatta di tante tappe che lo porteranno letteralmente in capo a mondo.
In Che bella giornata Checco non vive in Puglia, ma ci torna per un battesimo. Lo scenario è quello fiabesco di Alberobello: tra i trulli e i muretti a secco tipici di questo angolo di mondo si consuma la festa animata da un rassegnato Caparezza, anche lui pugliese doc, che, tra richieste poco consone alla sua immagine di duro e ironico rapper, ci invita ad andare a ballare in Puglia, attraverso una delle sue hit più famose.
In Sole a catinelle Checco è emigrato da 30 anni a Monselice, nella provincia padovana, e qui lavora come cameriere, ma la sua passione per l’alta finanza lo porta a lasciare un lavoro sicuro per entrare nel business del commercio degli aspirapolvere. Le cose vanno bene per un po’, ma poi arriva la crisi. Nonostante tutto Checco promette al figlio Nicolò una vacanza da sogno a condizione che porti a casa una pagella di soli 10. Detto fatto: si parte per il Molise. Qui vivono i parenti di Checco, in particolare la tirchissima zia Ritella (l’Eutana-Zia), che vive in un casale nella Valle del Biferno, nei pressi di Casacalenda. Tra i comuni molisani coinvolti nelle riprese: il minuscolo borgo di Provvidenti, Guardialfiera, Limosano, Montecilfone, Palata, Petrella Tifernina. L’atmosfera di altri tempi, ideale per chi ha voglia di rilassarsi, che si respira tra questi borghi, nel film viene portata all’esasperazione. Checco cerca tra i vecchi abitanti del paese altri bambini: “Allora, sono come gli uomini, però più piccoli, senza la barba, con la voce più sottile” e Nicolò non gradisce. La tappa molisana finisce qua.
Milano è la città dalle mille opportunità. In Cado dalle nubi il capoluogo lombardo è il luogo dove cercare un riscatto dalla delusione amorosa e un’occasione per la carriera di cantante. Ma Checco, gretto e ignorante, fa fatica a integrarsi in un luogo dove essere omosessuali è meno faticoso che essere meridionali: “senti ma quello chi è? Un power ranger?” chiede Checco al padre di Marika, fervente leghista in riferimento alla statuetta di Alberto da Giussano simbolo della Lega.
Milano è la realizzazione di un sogno in Che bella giornata, dove Checco è un improbabile agente della sicurezza in forze al Duomo. Tutto ruota intorno alle guglie gotiche della cattedrale, anche se c’è spazio per una gita fuori porta sul Lago di Alserio per un picnic con Farah e svariate scene tra i navigli, nel Parco del Ticino (la casa di Farah è La Cascina del Guado, sul Naviglio Grande) e a Turbigo. A Cuggiono invece si trova, guarda caso, un trullo che Checco ha ereditato dal nonno.
In Quo vado? abbiamo lasciato Checco disposto a tutto pur di tenersi stretto il posto fisso. Le destinazioni che, piuttosto sadicamente, gli vengono assegnate sono nell’ordine: la Val di Susa (in una breve scena si riconosce la Sacra di San Michele, abbazia arroccata in cima al monte Pirchiriano), la Sardegna(per pochi secondi compaiono il colle di Santu Antine e il comune di Genoni nel Sarcidano), Lampedusa (per un attimo se ne vede la costa), prima di essere spedito al Polo Nord, per poi finire sull’Aspromonte, ma in realtà siamo a Cervara di Roma. Poco lontano, in provincia di Latina, ecco comparire per magia l’Africa del prologo e dell’epilogo, nel Parco nazionale del Circeo.
In Sole a catinelle un incontro fortuito cambia le sorti della vacanza di Checco e del piccolo Nicolò. E allora percorriamo la campagna maremmana fino ad Orbetello e ammiriamo l’Abbazia di San Galgano, antica chiesa a cielo aperto di Chiusdino famosa per la “spada nella roccia”, che San Galgano conficcò nel terreno per trasformarla in croce il giorno della sua conversione. Il viaggio prosegue in Liguria, tra gli affreschi e oggetti in vetro di Murano di Villa Durazzo, seicentesca dimora storica di Santa Margherita Ligure immersa in un grande parco. Da qui ha inizio una serie di eventi: una festa di beneficenza, un improbabile dibattito di economia a Portofino, gite in yacht, partite a golf, tragitti a cavallo e tante altre avventure che Nicolò non dimenticherà mai.