“La terra non può volere male all’albero”
Una sposa solitaria e triste attraversa la campagna salentina nel prologo del film, tra muretti a secco e ulivi, accompagnata dal vento e dal rumore del mare che si intravede sullo sfondo: la sua destinazione è Masseria Cippano nell’agro di Otranto. La ritroveremo più avanti nei pressi dell’antica Porta Rudiae a Lecce.
Tommaso rientrato da Roma a Lecce, dove vive la sua ingombrante famiglia, ha alcune rivelazioni da fare. Gli interni della residenza di famiglia sono quelli di Villa Materdomini nei dintorni di Lecce, sulla strada verso Monteroni, dimora vuota completamente arredata dagli scenografi, mentre per gli esterni Ozpetek ha scelto la splendida terrazza con giardino pensile di Palazzo Marulli-Famularo in Via Paladini a Lecce. Alba vive sulla stessa via, in un’ala disabitata di Palazzo Tamborino-Cezzi.
Tante sono le scene girate tra le vie e le piazze barocche del capoluogo salentino. Piazzetta Carducci, dominata dal colonnato dell’ex Convitto Palmieri, fa da sfondo ad un incontro-scontro chiarificatore tra Tommaso e il fratello Antonio. A Piazza Sant’Oronzo Vincenzo e il figlio Tommaso si mostrano sorridenti tra la gente per non dare adito a chiacchiere. Durante la “scena delle risate” i due siedono al caffè Tito Schipa. Per la stessa ragione, nel vicino Corso Vittorio Emanuele, mamma Stefania e zia Luciana passeggiano tra i negozi dissimulando i loro presunti problemi.
Gli imprevisti non mancano e quando arrivano a Lecce gli amici di Tommaso il rischio è che salti il sottile equilibrio che si è creato in famiglia: i ragazzi approfittano della vicinanza al mare per trascorrere una giornata nello scenario di Punta della Suina, sulla litoranea di Gallipoli.
Poco distante da Lecce, in direzione Maglie, si trova il pastificio Tandoi di Corigliano d’Otranto, utilizzato come location per l'attività di famiglia.
Nella toccante scena finale si realizza il desiderio della nonna di camminare per l’ultima volta per le strade che l’hanno accolta anni prima, vedere “le pietre gialle, tutta quella luce che ti toglie il respiro”: il corteo passa accanto a Palazzo dei Celestini, monumento barocco che forma un unico complesso con la Basilica di Santa Croce.
“La terra non può volere male all’albero”
Una sposa solitaria e triste attraversa la campagna salentina nel prologo del film, tra muretti a secco e ulivi, accompagnata dal vento e dal rumore del mare che si intravede sullo sfondo: la sua destinazione è Masseria Cippano nell’agro di Otranto. La ritroveremo più avanti nei pressi dell’antica Porta Rudiae a Lecce.
Tommaso rientrato da Roma a Lecce, dove vive la sua ingombrante famiglia, ha alcune rivelazioni da fare. Gli interni della residenza di famiglia sono quelli di Villa Materdomini nei dintorni di Lecce, sulla strada verso Monteroni, dimora vuota completamente arredata dagli scenografi, mentre per gli esterni Ozpetek ha scelto la splendida terrazza con giardino pensile di Palazzo Marulli-Famularo in Via Paladini a Lecce. Alba vive sulla stessa via, in un’ala disabitata di Palazzo Tamborino-Cezzi.
Tante sono le scene girate tra le vie e le piazze barocche del capoluogo salentino. Piazzetta Carducci, dominata dal colonnato dell’ex Convitto Palmieri, fa da sfondo ad un incontro-scontro chiarificatore tra Tommaso e il fratello Antonio. A Piazza Sant’Oronzo Vincenzo e il figlio Tommaso si mostrano sorridenti tra la gente per non dare adito a chiacchiere. Durante la “scena delle risate” i due siedono al caffè Tito Schipa. Per la stessa ragione, nel vicino Corso Vittorio Emanuele, mamma Stefania e zia Luciana passeggiano tra i negozi dissimulando i loro presunti problemi.
Gli imprevisti non mancano e quando arrivano a Lecce gli amici di Tommaso il rischio è che salti il sottile equilibrio che si è creato in famiglia: i ragazzi approfittano della vicinanza al mare per trascorrere una giornata nello scenario di Punta della Suina, sulla litoranea di Gallipoli.
Poco distante da Lecce, in direzione Maglie, si trova il pastificio Tandoi di Corigliano d’Otranto, utilizzato come location per l'attività di famiglia.
Nella toccante scena finale si realizza il desiderio della nonna di camminare per l’ultima volta per le strade che l’hanno accolta anni prima, vedere “le pietre gialle, tutta quella luce che ti toglie il respiro”: il corteo passa accanto a Palazzo dei Celestini, monumento barocco che forma un unico complesso con la Basilica di Santa Croce.
I pasti sono cruciali nello svolgersi della trama di Mine Vaganti. Per fare bella figura con gli amici di Tommaso, il padre Vincenzo ordina un vassoio di pasticciotti, dolci tipici salentini composti da un guscio di pasta frolla e un cuore di crema pasticciera.
La famiglia Cantone, proprietaria di un importante pastificio in Puglia, è in trepidazione per il ritorno del figlio Tommaso, destinato ad affiancare il fratello Antonio nell'attività familiare. Ma ognuno dovrà fare i conti con se stesso, con le inclinazioni personali e con quello che il destino deciderà.