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Al via la mostra "60/20: Villa Adriana tra Cinema e Unesco"

13-07-2020

Villa Adriana ospiterà una mostra per celebrare i 20 anni dall’inserimento nella lista dei patrimoni Unesco ripercorrendo i set allestiti nell’area dal dopoguerra in poi. La Villa fu fatta costruire dall’imperatore Adriano tra il 118 e il 138 d.C. in un territorio verdeggiante e ricco di acque nei pressi di Tivoli. La scelta non fu casuale: l’antica Tibur era infatti lontana dal caos di Roma, ma abbastanza vicina per tornare in città in caso di necessità. Il sito sopravvisse ai bombardamenti e alle occupazioni della seconda guerra mondiale, e, tra gli anni Cinquanta e Sessanta iniziarono i lavori di scavo, che portarono allo scoperto importanti aree come quella del Canopo e al ritrovamento del ciclo di sculture, e il riallestimento museale della Villa.

Villa Adriana ha incantato, dal dopoguerra ad oggi, diversi cineasti, creando un legame indissolubile con il cinema. Ed è questo legame che vuole raccontare la mostra dal titolo “60/20: Villa Adriana tra Cinema e Unesco”, curata da Andrea Bruciati, direttore del polo tiburtino del MiBACT, visitabile dal 10 luglio al 30 settembre. In 60 anni di storia del cinema, Villa Adriana ha interpretato se stessa, ovvero un sito archeologico e meta turistica, come in alcuni film con Totò tra cui Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi (Mario Mattioli, 1960) o in alcune scene di Tutti i soldi del mondo di Ridley Scott (2017); è stata sfondo rievocativo del suo glorioso passato, per il quale ricordiamo Allonsanfàn dei Fratelli Taviani (1974) o Titus (Julie Taymor, 1999), con Anthony Hopkins. Di recente la villa ha ospitato la serie tv I medici, e la divertente scena di inseguimento con annessa distruzione di parte dell’area archeologica nel film Smetto quando voglio – Masterclass (Sydney Sibilia, 2017).

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