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Fantozzi compie 45 anni: i luoghi cult della saga

29-03-2020

Sono passati 45 anni da quando, il 27 marzo 1975, arrivava in sala Fantozzi, diretto da Luciano Salce. La saga ideata e interpretata da Paolo Villaggio, sull’archetipo del perdente, si compone di 10 film: l’ultimo, Fantozzi 2000 - La clonazione, diretto da Domenico Saverni fu girato nel 1999. Il successo di pubblico è stato talmente grande che l’aggettivo fantozziano, a significare l’impiegato sfigato, impacciato e servile con i superiori, è entrato ufficialmente a far parte della lingua italiana nel 1977 ed alcune scene e battute dei film sono dei veri e propri cult.

Per non parlare dei luoghi del film, notissimi agli appassionati: dal palazzo che si affaccia sulla sopraelevata della Tangenziale est di Roma, da cui il ragioniere tenta di prendere l’autobus al volo per timbrare in tempo il cartellino d’entrata al lavoro, all’ingresso di casa e cortile al Testaccio in via Giovanni Battista Bodoni, stessa strada in cui si trova il panettiere di cui si è invaghita la moglie Pina in Fantozzi contro tutti, alla megaditta nel palazzo della Regione Lazio, in via Cristoforo Colombo, dove il ragioniere viene murato vivo. E poi c’è la villa all’Olgiata del Conte Diego Catellani, quello della sfida a biliardo; il complesso del San Michele, oggi sede del MiBACT e che tra Seicento e Settecento fu carcere minorile, ospizio e orfanotrofio, che per il film diventa la clinica Birkenmeyer, dove Fantozzi tenta la più drastica dieta mai vista al cinema ("in cosa consiste? Niente... Venti giorni di digiuno assoluto: niente mangiare, niente bere..."); la sequenza della partenza per la settimana bianca con i colleghi dalla stazione di Roma Ostiense; la Coppa Cobram, gara in bici aziendale realizzata sul Monte Antenne. La lista sarebbe lunga, ma c’è una scena che ha permesso di conoscere a chiunque, anche ai non appassionati, uno dei più notevoli film della storia del cinema, La corazzata Potemkin (Sergej Ejzenstejn, 1925), attraverso una battuta indimenticabile nel Secondo tragico Fantozzi, di cui si riconoscerà la scalinata della Galleria Nazionale d’Arte Moderna a ridosso di Villa Borghese. Uno speciale su Paolo Villaggio è presente sul sito dell’archivio storico di Istituto Luce.

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