Oltre l’antico borgo di Roccamorice (PE) si erge l'Eremo di Santo Spirito a Majella, testimone dell’esperienza mistica di un celebre papa, quel Pietro Angelerio che da una vita nascosta e contemplativa, di cui questo luogo conserva intatta l’antica suggestione, salì nel 1294 al soglio pontificio col nome di Celestino V. Secoli prima già un altro monaco, Desiderio, futuro Papa Vittore III, vi aveva dimorato costruendovi anche una chiesetta (1053). Nel tempo Santo Spirito a Majella fu abitato da altre presenze illustri quali il beato Roberto da Salle e il rivoluzionario Cola di Rienzo, qui attratto dalle parole di Francesco Petrarca, che nel suo De vita solitaria lo aveva descritto come uno dei luoghi più adatti all'ascesi spirituale. Il percorso per giungervi è spettacolare, fra fitte faggete e con una vista della parete dell’Orso.
Si accede al complesso monastico attraversando un giardino con una fontana in pietra. Le strutture si adagiano fra le pieghe di una parete rocciosa irregolare, sviluppandosi su più livelli, come incastonate nella roccia, secondo la tradizione costruttiva degli eremi della Majella che utilizzava i ripari naturalmente offerti dalla configurazione orografica del territorio. Attualmente si conservano la chiesa, la sagrestia ed un'ala abitativa su due piani, composta dalla foresteria e dalle cellette. Il complesso pur avendo subìto molte metamorfosi che ci consegnano, specie all’interno della chiesa, delle forme tardo-rinascimentali, consente di rinvenire le impronte dell'originaria impostazione medievale. Una ripidissima scala in pietra conduce infine all’oratorio della Maddalena.
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