Il Casino dei Principi ha assunto il suo attuale aspetto neocinquecentesco in seguito alla ristrutturazione effettuata da Giovan Battista Caretti, tra il 1835 e il 1840, per volere del principe Alessandro Torlonia (1800-1886). Il primo nucleo del Casino era un modesto edificio rurale della Vigna Abati, presente nell’area almeno da un secolo, su cui probabilmente intervenne Giuseppe Valadier, intorno al 1802, data in cui è attestata la sua presenza a Villa Torlonia. Il piccolo edificio fu utilizzato da Alessandro Torlonia durante i fastosi eventi mondani organizzati nella Villa, come dipendenza del Palazzo principale, al quale ancora oggi è collegato da una galleria sotterranea. Dalle porte-finestra del piano nobile, peraltro, aperte sulla balconata che corre lungo il prospetto principale, si godeva di una magnifica vista sulla Villa e si poteva assistere agli spettacoli organizzati nel sottostante Anfiteatro, demolito nel 1910 per l’ampliamento di Via Nomentana. L’architettura esterna del Casino presenta alcuni elementi decorativi originari, come i due portali in marmo con colonne antiche, situati nei due prospetti minori; i vasi di ghisa che decorano l’attico e, sulle facciate principali, resti del fregio monocromo raffigurante il Trionfo di Alessandro a Babilonia. Le tre sale del piano nobile erano interamente ricoperte di tempere murali con vedute dell’antica Grecia, dell’antica Roma e, in quella che era la sala da pranzo, del Golfo di Napoli. Le pitture, in gran parte perdute, furono eseguite da diversi artisti coordinati da Giovan Battista Caretti.
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