La Chiesa di Sant’Elia, uno degli edifici di culto paleocristiani più antichi e importanti della Sardegna, sorge a Nuxis, piccolo centro del basso Sulcis, nella parte sud-occidentale dell’Isola. Di epoca bizantina, edificata attorno all’anno mille, si erge sulla valle percorsa dal rio Tattinu, ai piedi del monte Tamara, area abitata fin dalla preistoria, da sempre sfruttata per le risorse minerarie e già luogo di culto in età nuragica, come testimonia la scoperta del pozzo sacro di Tattinu, con annesso villaggio nuragico (XI secolo a.C.).
Di dimensioni molto ridotte (10m di lunghezza per 9m di larghezza), tipiche delle chiese paleocristiane sorte in Sardegna nella seconda metà del I millennio d.C., ha pianta a croce greca con quattro bracci uguali. L’ingresso centrale architravato si apre nella facciata rivolta a est ed è sormontato da un piccolo campanile a vela.
La chiesa è meta di devoti in occasione della festa in onore del santo punto di riferimento di Nuxis (il cui nome deriva dalla presenza in passato di numerosi alberi di noce), paesino sospeso tra i resti del suo passato, testimonianze risalenti sino al Neolitico (come la necropoli della cultura di Monte Claro) e archeologia industriale, frutto dell’epopea mineraria.
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