ePrivacy and GPDR Cookie Consent management by TermsFeed Privacy Generator Thriller ad alta quota | Italy for Movies
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Thriller ad alta quota

Monti e vallate ovvero rifugi dove rilassarsi dallo stress lontano dai clamori delle città. Orizzonti sterminati, panorami mozzafiato, dove passeggiare all’ombra della vegetazione boschiva o piste da sci su cui cimentarsi d’inverno, baite accoglienti dove mangiare del cibo genuino, scaldandosi magari al calore di un fuoco scoppiettante. Siamo proprio sicuri? Usciamo un attimo da questo quadro idilliaco e pensiamo ai misteri, sparizioni senza motivo, delitti irrisolti, leggende che si legano ad antichissimi quanto inquietanti riti pagani. Agli amanti del brivido, proponiamo questo viaggio un po’ insolito. Dimentichiamo le oasi di quiete e proviamo a risolvere qualche caso.

 

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Le location

Bosco di abeti rossi presso San Lorenzo di Sebato
Regione: Alto Adige Tipologia: Bosco Territorio: montagna
Chiostro di Sant'Orso – Aosta
Regione: Valle d'Aosta Tipologia: Chiostro Territorio: centro storico, città
Criptoportico Forense – Aosta
Regione: Valle d'Aosta Tipologia: Criptoportico Territorio: centro storico, città
Dolomiti Val di Fassa
Regione: Trentino Tipologia: Montagne Territorio: montagna
Laghi di Fusine
Regione: Friuli Venezia Giulia Tipologia: Lago Territorio: montagna
Piazza Chanoux – Aosta
Regione: Valle d'Aosta Tipologia: Piazza Territorio: centro storico, città
Teatro romano di Aosta
Regione: Valle d'Aosta Tipologia: Anfiteatro Territorio: centro storico, città

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Dolomiti Val di Fassa

Il diavolo di Natale in Val di Fassa

Il Krampus, o Diavolo di Natale, fa la sua comparsa il 5 dicembre, il giorno che precede la festa di San Nicola, nelle zone Alpine di cultura tedesca. La leggenda narra che durante le carestie, nei paesini di montagna, i giovani si travestissero con pellicce di piume, pelli e corna di animali per terrorizzare e derubare gli abitanti dei villaggi vicini. Tra di loro però si nascondeva il diavolo, riconoscibile dalle zampe a forma di zoccolo di capra, e solo il vescovo Nicolò fu in grado di sconfiggerlo. Da allora tutti gli anni i giovani, travestiti da demoni, sfilano lungo le strade a portare doni ai bambini o a picchiare quelli cattivi, accompagnati da San Nicola. Capita però che qualcuno non si trovi più. Come il piccolo Tommaso, scomparso misteriosamente nel bosco durante la festa dei Krampus nella Val di Fassa, sulle Alpi trentine. Viene ritrovato 5 anni dopo ma ha un atteggiamento strano che spaventa e insospettisce i parenti. E se il piccolo fosse l’incarnazione del diavolo? Nel film In fondo al bosco, di Stefano Lodovichi, i luoghi sono parte integrante della storia, girata a Tamionfrazione di Vigo di Fassa e dintorni, a Pera, dove si svolge la festa, ma anche nella Valle di Moena e Canazei. Proviamo a penetrare i boschi di Alba, il cui aspetto di giorno è molto meno inquietante di quello di una gelida notte d’inverno in cui il diavolo entra in azione a rapire i bambini.



 
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Lago di Carezza

Scomparire nella nebbia

Una notte nebbiosa come tante, poco prima di Natale, ad Avechot scompare una ragazza dai capelli rossi e questo paese sperduto tra le montagne, dove non succede mai niente e tutti sembrano sapere tutto, è costretto a dipanare a poco a poco i suoi segreti. Un lago, Carezza, “l’occhio delle Dolomiti”, adagiato sull'altopiano di Nova Levante, nelle cui acque si specchiano le cime del Latemar e del Catinaccio, un hotel dal fascino decadente, il Grand Hotel Carezza, dove potrebbero trovarsi tracce della scomparsa, sono le location principali de La ragazza nella nebbia scritto e diretto da Donato Carrisi. Un’antica leggenda narra che uno stregone, innamoratosi della ninfa del lago, provò ad attirarla e rapirla, ma il suo piano fallì e colto dall’ira scaraventò in acqua l’arcobaleno, che si frantumò in mille pezzi donando al lago tutte le sfumature di colore dell’iride. Anche della ninfa però si sono perse le tracce… Una buona occasione per cercarla tra i boschi e le strade della Val d’Ega e per visitare gli altri luoghi del film, il Parco Naturale Puez Odle, San Lorenzo di Sebato e Bressanone, salendo su fino ai mille metri di Sarentino e Vipiteno (uno dei borghi più belli d’Italia).



 
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Laghi di Fusine

Delitto in riva al lago

C’è una stagione in cui le acque del lago sono abitate da un mostruoso serpente. Non va guardato negli occhi, altrimenti ci si addormenta di un sonno eterno. Una donna, giovane e bellissima, viene rinvenuta morta sulla sua riva, sembra proprio che stia dormendo. Qualcuno ve l’ha adagiata con cura, in posizione fetale, e l’ha coperta con una giacca. Tocca al commissario Sanzio indagare sul mistero della ragazza del lago. Il Lago Superiore di Fusine, a Tarvisio (UD), a pochi chilometri dal confine con la Slovenia, è un luogo che emana un mix di malinconica quiete e mistero, lo stesso che si respira in tutto il film. Il tragico epilogo ha origine tra i segreti della piccola comunità di appartenenza della vittima, che si muove nella provincia di Udine, la cui vista aperta sulle montagne, tra il verde e marrone della vegetazione da cui fa capolino la luce pallida del sole, evoca le atmosfere noir che fanno da cornice alla storia. Location principale è il comune di Moggio Udinese: tra le sue stradine si muove la bambina la cui sparizione darà origine a tutto. La base operativa delle indagini messa a disposizione del Commissario Sanzio è nel settecentesco Palazzo Lupieri di Preone, che ospita, tra l’altro, un museo naturalistico. A Tricesimo si trova Villa Tartagna Colla, la clinica dove è ricoverata la moglie del commissario il quale, invece, vive a Udine.



 
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Piazza Chanoux – Aosta

Tra efferati crimini e brillanti risoluzioni

Ad Aosta, Rocco Schiavone non sta bene. In mezzo alle montagne è sempre grigio, piove e nevica. È come se il clima riflettesse lo stato d’animo del vicequestore e gli rendesse ostico questo territorio che in realtà è bellissimo e, a modo suo, caloroso. Sono due i rifugi in cui il vicequestore si concede di raffrontarsi con la sua “coscienza”: il proprio appartamento, gli esterni sono quelli del seicentesco Palazzo Ansermin, e il Teatro Romano. Accomodiamoci come Rocco al tavolino di uno storico caffè sotto il porticato del municipio in Piazza Chanoux per un momento di relax e, appena siamo pronti, partiamo con lui a conoscere gli altri luoghi della città e della valle, tra efferati crimini e brillanti risoluzioni. L’assassinio di un uomo ci conduce lungo "La pista nera", a Champoluc nella Val d’Ayas. Un apparente suicidio ci fa conoscere il chiostro della Collegiata di Sant’Orso, ad Aosta. Un caso ha origine presso il monumentale cimitero di Sant’Orso, un altro tra una spedizione di architetti che ha deciso di scalare la vetta del Polluce, oltre 4.000 metri, sul massiccio del Monte Rosa. Percorriamo il Criptoportico Forense, luogo che Schiavone usa per aggiornare colleghi e superiori. Nel bel mezzo di una delicata indagine sul rapimento di una ragazzina, prendiamo con lui la telecabina che da Aosta conduce direttamente a Pila, località sciistica del comune di Gressan. Meglio equipaggiati di Schiavone, che si ostina ad indossare il loden verde e un paio di Clarks perennemente bagnate, partiamo con lui alla scoperta di questa piccola ma incantevole regione.



 
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