“Giunto al termine della mia vita di peccatore, mentre declino canuto insieme al mondo, mi accingo a lasciare su questa pergamena testimonianza degli eventi mirabili e tremendi a cui mi accadde di assistere in gioventù, sul finire dell’anno del Signore 1327. Che Dio mi conceda la grazia di essere testimone trasparente e cronista fedele di quanto allora avvenne in un luogo remoto a nord della penisola italiana, in un’abbazia di cui è pietoso e saggio tacere anche il nome”.
Adso da Melk
Il nome della rosa, memorabile film di Jean-Jacques Annaud tratto dall'omonimo romanzo di Umberto Eco, si ambienta alla fine del 1327, quando il frate francescano Guglielmo da Baskerville (Sean Connery) giunge in un’abbazia del nord Italia accompagnato dal suo giovane novizio Adso (Christian Slater) per svolgere un delicato incarico diplomatico. Questo luogo di pace si rivela ben presto teatro di misteriosi omicidi sui cui i due cercheranno di indagare.
L’abbazia, che per Umberto Eco poteva avere le sembianze della Sacra di San Michele in Piemonte, fu interamente ricostruita ad una manciata di chilometri da Roma, su tre ettari di terreno nella cava di pian dell'Olmo al 10 km della via Tiberina. Anche l’imponente torre ottagonale della biblioteca fu ricostruita ispirandosi a Castel del Monte in Puglia. L’atmosfera oscura che si respira intorno al monastero si deve invece in buona parte al grande lavoro dello scenografo Dante Ferretti.
Gli esterni che sembrano circondare l’abbazia (che si vede in lontananza quando i due protagonisti giungono a destinazione) sono quelli di Campo Imperatore in Abruzzo, dove tuttavia non si girò mai: la produzione si limitò a scattare alcune foto tra il territorio di Barisciano e l'altopiano di Campo Imperatore che furono montate in una sequenza in cui i frati si dirigono verso il monastero a dorso di muli. In questo scenario panoramico, in mezzo alla neve, compare in lontananza anche la torre di Rocca Calascio.
Le scene degli interni sono state girate in Germania, nel Monastero di Eberbach a Eltville Am Rhein, in particolare quelle ambientate nella sala del Capitolo, riconoscibile dalle volte a stella, e nel dormitorio.
“Giunto al termine della mia vita di peccatore, mentre declino canuto insieme al mondo, mi accingo a lasciare su questa pergamena testimonianza degli eventi mirabili e tremendi a cui mi accadde di assistere in gioventù, sul finire dell’anno del Signore 1327. Che Dio mi conceda la grazia di essere testimone trasparente e cronista fedele di quanto allora avvenne in un luogo remoto a nord della penisola italiana, in un’abbazia di cui è pietoso e saggio tacere anche il nome”.
Adso da Melk
Il nome della rosa, memorabile film di Jean-Jacques Annaud tratto dall'omonimo romanzo di Umberto Eco, si ambienta alla fine del 1327, quando il frate francescano Guglielmo da Baskerville (Sean Connery) giunge in un’abbazia del nord Italia accompagnato dal suo giovane novizio Adso (Christian Slater) per svolgere un delicato incarico diplomatico. Questo luogo di pace si rivela ben presto teatro di misteriosi omicidi sui cui i due cercheranno di indagare.
L’abbazia, che per Umberto Eco poteva avere le sembianze della Sacra di San Michele in Piemonte, fu interamente ricostruita ad una manciata di chilometri da Roma, su tre ettari di terreno nella cava di pian dell'Olmo al 10 km della via Tiberina. Anche l’imponente torre ottagonale della biblioteca fu ricostruita ispirandosi a Castel del Monte in Puglia. L’atmosfera oscura che si respira intorno al monastero si deve invece in buona parte al grande lavoro dello scenografo Dante Ferretti.
Gli esterni che sembrano circondare l’abbazia (che si vede in lontananza quando i due protagonisti giungono a destinazione) sono quelli di Campo Imperatore in Abruzzo, dove tuttavia non si girò mai: la produzione si limitò a scattare alcune foto tra il territorio di Barisciano e l'altopiano di Campo Imperatore che furono montate in una sequenza in cui i frati si dirigono verso il monastero a dorso di muli. In questo scenario panoramico, in mezzo alla neve, compare in lontananza anche la torre di Rocca Calascio.
Le scene degli interni sono state girate in Germania, nel Monastero di Eberbach a Eltville Am Rhein, in particolare quelle ambientate nella sala del Capitolo, riconoscibile dalle volte a stella, e nel dormitorio.
Cristaldi Film, Rai, Neue Constantin Film, ZDF, Les Films Ariane, France 3 Cinéma
Premio César 1987: Miglior film straniero a Jean-Jacques Annaud / David di Donatello 1987: Migliore fotografia a Tonino Delli Colli – Migliori costumi a Gabriella Pescucci – Miglior produzione a Franco Cristaldi e Bernd Eichinger – Migliore scenografia a Dante Ferretti – David René Clair a Jean-Jacques Annaud / Nastro d'argento 1987: Migliore fotografia a Tonino Delli Colli – Migliori costumi a Gabriella Pescucci – Migliore scenografia a Dante Ferretti
Alla fine del 1327 il giovane novizio Adso giunge in un’abbazia del nord Italia con il suo maestro, il frate francescano Guglielmo da Baskerville, per svolgere un delicato incarico diplomatico. Questo luogo di pace si rivela ben presto teatro di misteriosi omicidi sui cui i due cercheranno di indagare.