Werk Gschwent, meglio noto come forte Belvedere, sorge a quota 1.177 metri su uno sperone di roccia grigia calcarea di origine giurassica a strapiombo sulle valli dell’Astico e del Rio Torto.
Costruito tra il 1909 ed il 1912, forte Belvedere faceva parte di una linea di moderne fortificazioni voluta dal capo di stato maggiore dell’esercito austro-ungarico per impedire ogni possibile tentativo di sfondamento italiano verso Trento attraverso gli altipiani.
Collocato come punto centrale di una sorta di “trincea d’acciaio” che si sviluppava tra Folgaria e Vezzena, con la sua posizione dominate forte Belvedere aveva il compito di sbarrare l’accesso al Trentino attraverso la Valdastico e, assieme ai forti Luserna e Cherle, impedire all’esercito italiano di avanzare attraverso l’altopiano di Lavarone.
Già dai primi progetti, la fortezza fu concepita come un’opera articolata che si compone di diversi blocchi, ognuno con una funzione specifica e collocati lontani l’uno dall’altro; il tutto collegato da corridoi e poterne (gallerie) scavate nella viva roccia.
Sono parte della struttura la casamatta principale, che ospitava gli alloggiamenti, gli uffici e i servizi tecnici; il blocco delle batterie, in cui era collocato l’armamento principale del forte.
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