“Pensosa e schiva” come la definiva Umberto Saba, fin dai tempi degli antichi romani Trieste ha sempre rappresentato un importante porto strategico oltre che il punto di congiunzione tra l'Europa occidentale e quella centro-meridionale. Probabilmente per questo suo fascino ha saputo incantare molti scrittori, da Stendhal a James Joyce, che affermava di aver lasciato in città la propria anima. Qui sono cresciuti vari autori, da Italo Svevo a Susanna Tamaro, e qui, per quel suo aspetto mitteleuropeo, tanti registi hanno deciso di ambientare le proprie storie, a volte esplicitando la location, altre volte trasformandola in un luogo di fantasia e amplificandone la suggestività.
Stampa itinerarioUna visita a Trieste non può prescindere dal luogo simbolo di piazza dell’Unità d’Italia che in Gomorra seconda stagione vede un incontro speciale, quello che segna la tregua tra lo scissionista Ciro Di Marzio e Genny, il figlio del boss del clan Savastano. La produzione utilizza anche l’aeroporto Ronchi dei Legionari dove i due arrivano da Napoli per il vertice. Tutte le scene si svolgono di notte e includono anche riprese del Porto Vecchio e dell’Hotel Savoia di cui si vedono l’entrata e l’interno della camera occupata da Ciro in cui avrà luogo un teso chiarimento con Genny. Nella stessa piazza vediamo camminare Renzo, il protagonista del film a episodi Caffè. Giovane mago delle miscele, il ragazzo lascia l’Italia con compagna al seguito in cerca di fortuna presso un’importante industria di importazione di caffè, ma il riscatto non arriva e si fa coinvolgere in una rapina. Piazza Unità d'Italia, il salotto di Trieste, è la piazza più estesa d'Europa che si affaccia sul mare. Moltissimi gli edifici importanti che vi sorgono: il palazzo della Luogotenenza austriaca, ora sede della Prefettura; il palazzo Stratti, dove si trova il caffè degli Specchi, storico caffè triestino; il palazzo Modello, ovvero il municipio; palazzo Pitteri, il più antico della piazza; il palazzo Vanoli, sede di un prestigioso albergo; e il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Austriaco di Navigazione, poi Lloyd Triestino, ed ora sede della Regione.
Nella serie tv La porta rossa la città di Trieste ricopre al meglio il suo ruolo di confine, rappresentando il limite fisico tra la vita e la morte. È qui che il commissario Leonardo Cagliostro prova a scoprire il suo stesso assassino. Trasgredendo, infatti, agli ordini dei suoi superiori lascia l’ufficio della Questura, ricostruito nel Palazzo della RAS in Piazza della Repubblica, per recarsi nel nascondiglio del criminale noto come Il Messicano. Ma durante la sparatoria nel covo, nella zona di Porto Vecchio, girata nell'ampio magazzino numero 22 in disuso, lui e il malvivente vengono uccisi. In quel momento ha una visione di sua moglie Anna mentre sta per subire la sua stessa sorte. Deciso a salvarla, Cagliostro non attraversa la porta rossa che separa il mondo dei vivi da quello dei morti, ma rimane a indagare sotto forma di spettro, vagando per il Ponte Rosso, Via del Teatro Romano, e nei pressi della gru Ursus lungo il molo di Porto Vecchio. L’incontro con Vanessa, l’unica vivente in grado di vederlo, porta Cagliostro anche all’ingresso dell’Università di Trieste in Piazzale Europa, al rione di Melaradove abita la ragazza, e allo storico stabilimento balneare Ausonia.
Il regista siciliano sceglie Trieste per ambientarvi storie dalle sfumature thriller che necessitano di architetture maestose con tocchi eclettici e neoclassici e una fotografia che vira sul grigio. Il capoluogo friulano è il luogo scelto per girare quasi per intero La sconosciuta anche se nella finzione cinematografica il regista decide di ribattezzare la città con un nome fittizio: Velarchi. Il film è ispirato ad alcuni fatti di cronaca riguardanti il racket della prostituzione di ragazze dell’Est Europa e il loro sfruttamento come madri in affitto. La location principale è l'ottocentesco palazzo di Viale XX Settembre: è in questo palazzo che la protagonista Irena trova lavoro come donna delle pulizie del condominio e dove in seguito diventa la colf della benestante famiglia Adacher. Più complicate le riprese de La migliore offerta per cui è stato necessario un aiuto computerizzato. La villa dove abita l’inafferrabile Claire si trova infatti a Udine, mentre il cancello della dimora utilizzato nel film è a Trieste, in Via Guido Corsi, ed è stato aggiunto in post produzione. Altro escamotage è stato usato per far comparire il bar che affaccia sulla villa, nella realtà a Via Giorgio Galatti a circa 100 km di distanza, a pochi metri. Il bar è l’indispensabile punto di osservazione del protagonista, il battitore d’aste che inizia a spiare Claire e finisce per innamorarsene. Il laboratorio di Robert, l’amico inventore del battitore, è invece realmente ubicato in piazza Guglielmo Oberdan.