Il film è stato ideato per essere ambientato in Sicilia: gran parte delle scene sono infatti girate nel ragusano e nel calatino. Le pendici dell’Etna, bianche di neve e nere di lava, fanno da sfondo alle inquadrature iniziali, dopo che si è da poco concluso un misterioso funerale.
Anna vive in solitudine nella campagna siciliana, aspra e bellissima, con la nebbia che sale a tratti lungo le falde dell’Etna (riconosciamo i Monti Silvestri), impedendo allo sguardo di andare oltre, in una villa senza tempo: Villa Fegotto, antico feudo che si trova nella campagna di Chiaramonte Gulfi nel ragusano.
Caltagirone, con i suoi carruggi, costituisce il fulcro del film: città barocca, patrimonio Unesco, famosa per la sua ceramica, venne ricostruita nel Settecento dopo il terremoto del 1693. Mostra tuttavia chiari segni del passaggio delle popolazioni che nei secoli l’hanno occupata, tra cui Romani, Bizantini, Saraceni, Normanni e Angioini, che ne hanno sfruttato la posizione strategica, a guardia delle piane di Gela e Catania, lasciandovi in eredità una mescolanza di stili e culture.
La sequenza madre del film, la processione pasquale in notturna degli incappucciati che scendono la scalinata monumentale, ispirata a quella della festa del Patrono cittadino San Giacomo, non è esattamente quella calatina, ma una fusione di quelle di Trapani, Caltanissetta, Ferla e altri centri isolani. Una scelta effettuata dal regista che ha voluto mescolare suggestioni e ricordi di infanzia con le tradizioni ancestrali isolane.
Una location di rilievo naturalistico che rivediamo in parecchie scene del film è il suggestivo lago di Santa Rosalia di Ragusa, bacino artificiale creato in una cava tra i Monti Iblei, nel ragusano, le cui sponde frastagliate sono incorniciate da un’area boschiva.
Ritroviamo inoltre le due protagoniste intente a contemplare i mosaici della Villa Romana del Casale, edificio tardo antico patrimonio dell’Unesco a pochi chilometri da Piazza Armerina in provincia di Enna. Una scena del film mostra in primo piano le “Fanciulle in bikini”, mosaico che raffigura dieci giovani donne impegnate in esercizi atletici.
Il film è stato ideato per essere ambientato in Sicilia: gran parte delle scene sono infatti girate nel ragusano e nel calatino. Le pendici dell’Etna, bianche di neve e nere di lava, fanno da sfondo alle inquadrature iniziali, dopo che si è da poco concluso un misterioso funerale.
Anna vive in solitudine nella campagna siciliana, aspra e bellissima, con la nebbia che sale a tratti lungo le falde dell’Etna (riconosciamo i Monti Silvestri), impedendo allo sguardo di andare oltre, in una villa senza tempo: Villa Fegotto, antico feudo che si trova nella campagna di Chiaramonte Gulfi nel ragusano.
Caltagirone, con i suoi carruggi, costituisce il fulcro del film: città barocca, patrimonio Unesco, famosa per la sua ceramica, venne ricostruita nel Settecento dopo il terremoto del 1693. Mostra tuttavia chiari segni del passaggio delle popolazioni che nei secoli l’hanno occupata, tra cui Romani, Bizantini, Saraceni, Normanni e Angioini, che ne hanno sfruttato la posizione strategica, a guardia delle piane di Gela e Catania, lasciandovi in eredità una mescolanza di stili e culture.
La sequenza madre del film, la processione pasquale in notturna degli incappucciati che scendono la scalinata monumentale, ispirata a quella della festa del Patrono cittadino San Giacomo, non è esattamente quella calatina, ma una fusione di quelle di Trapani, Caltanissetta, Ferla e altri centri isolani. Una scelta effettuata dal regista che ha voluto mescolare suggestioni e ricordi di infanzia con le tradizioni ancestrali isolane.
Una location di rilievo naturalistico che rivediamo in parecchie scene del film è il suggestivo lago di Santa Rosalia di Ragusa, bacino artificiale creato in una cava tra i Monti Iblei, nel ragusano, le cui sponde frastagliate sono incorniciate da un’area boschiva.
Ritroviamo inoltre le due protagoniste intente a contemplare i mosaici della Villa Romana del Casale, edificio tardo antico patrimonio dell’Unesco a pochi chilometri da Piazza Armerina in provincia di Enna. Una scena del film mostra in primo piano le “Fanciulle in bikini”, mosaico che raffigura dieci giovani donne impegnate in esercizi atletici.
Nella parte centrale del film, Anna e Jeanne sono a cena con alcuni amici appena conosciuti della giovane ospite. Anna prepara loro tagliatelle con farina di carruba, un piatto tipico della tradizione iblea. Sulla tavola si distinguono anche insalata a base di arance e sarde fritte.
Indigo Film, Barbary Films, Pathè
Globo d’Oro 2016: Migliore opera prima a Piero Messina
La messinscena di Anna, distrutta dalla perdita improvvisa del figlio Giuseppe, che, non riuscendo ad accettare l’accaduto, nasconde la verità a Jeanne, la fidanzata di lui. L’attesa che il ragazzo ritorni, inscenata per il giorno di Pasqua, prende la forma di una liturgia. Il film è stato presentato in concorso alla 72ª Mostra del Cinema di Venezia.