Il film è girato e ambientato interamente in Abruzzo: nella conca del Fucino, tra Trasacco ed Avezzano, a Bussi sul Tirino e a Pescara.
Siamo nella provincia abruzzese, e precisamente a Bussi sul Tirino (PE) un paesino arroccato sulle pendici a est del Gran Sasso. La Edison Chimiche (nella realtà, la Solvay Chimica Bussi), che dà lavoro a molte famiglie della zona, è in crisi e minaccia di chiudere alcuni reparti. A nulla valgono i cortei e i comizi sindacali (uno di questi in Piazza Tirino): il licenziamento annunciato arriva e diversi operai restano a casa. Tra questi Cenzo, trent’anni di lavoro in fabbrica, che, riassegnato ai lavori socialmente utili in mezzo al nulla tra le montagne, assiste al suicidio di un suo collega, e dopo aver partecipato al suo corteo funebre che si tiene in via Progresso, cade in depressione e si chiude in casa.
La moglie lo lascia e prende il treno a Bussi Officine (la stazione ferroviaria di Bussi sul Tirino) alla volta di Pescara, dove ha trovato un lavoro. Anche il figlio Vince, di 20 anni, vuole partire e un giorno saluta Cenzo col pugno chiuso, come fa sempre, fuori dal portone di casa all'incrocio con il vicolo di Rua dei Maniscalchi, per andare via per sempre. In macchina percorre una strada panoramica, via Tremonti, verso Pescara. Del capoluogo abruzzese vediamo il porto turistico, il molo, la stazione e le vie del centro urbano.
Qui Vince inizia a lavorare come aiuto cuoco e incontra Genny, sua coetanea, che è di Trasacco (nella Marsica), e lavora come cameriera.
Si reincontreranno un po’ di mesi dopo, nelle scene finali del film, alla stazione Termini di Roma, dove Vince si è trasferito per frequentare l’università.
Il film è girato e ambientato interamente in Abruzzo: nella conca del Fucino, tra Trasacco ed Avezzano, a Bussi sul Tirino e a Pescara.
Siamo nella provincia abruzzese, e precisamente a Bussi sul Tirino (PE) un paesino arroccato sulle pendici a est del Gran Sasso. La Edison Chimiche (nella realtà, la Solvay Chimica Bussi), che dà lavoro a molte famiglie della zona, è in crisi e minaccia di chiudere alcuni reparti. A nulla valgono i cortei e i comizi sindacali (uno di questi in Piazza Tirino): il licenziamento annunciato arriva e diversi operai restano a casa. Tra questi Cenzo, trent’anni di lavoro in fabbrica, che, riassegnato ai lavori socialmente utili in mezzo al nulla tra le montagne, assiste al suicidio di un suo collega, e dopo aver partecipato al suo corteo funebre che si tiene in via Progresso, cade in depressione e si chiude in casa.
La moglie lo lascia e prende il treno a Bussi Officine (la stazione ferroviaria di Bussi sul Tirino) alla volta di Pescara, dove ha trovato un lavoro. Anche il figlio Vince, di 20 anni, vuole partire e un giorno saluta Cenzo col pugno chiuso, come fa sempre, fuori dal portone di casa all'incrocio con il vicolo di Rua dei Maniscalchi, per andare via per sempre. In macchina percorre una strada panoramica, via Tremonti, verso Pescara. Del capoluogo abruzzese vediamo il porto turistico, il molo, la stazione e le vie del centro urbano.
Qui Vince inizia a lavorare come aiuto cuoco e incontra Genny, sua coetanea, che è di Trasacco (nella Marsica), e lavora come cameriera.
Si reincontreranno un po’ di mesi dopo, nelle scene finali del film, alla stazione Termini di Roma, dove Vince si è trasferito per frequentare l’università.
Fandango
Nel corso di un'estate nella provincia pescarese si consumano speranze lavorative e sentimentali.