A raccontare al MIA la lavorazione che ha preceduto la realizzazione di Polvo Serán del regista spagnolo Carlos Marques-Marcet, premiato con il Platform Award al 49° Toronto International Film Festival e nel Concorso - Progressive Cinema della Festa del Cinema, Giovanni Pompili, produttore e fondatore di Kino Produzioni. Il progetto è stato sostenuto dal Fondo altoatesino e su 30 giorni di riprese, 8 sono state realizzate in Alto Adige, tra Castelrotto, Ortisei, Rasciesa e Fiè (scheda location di Polvo Serán).
Una storia d’amore tra due persone anziane. Angela ha una malattia incurabile e decide un percorso verso il fine vita, che è legale in Spagna, ma anche il marito decide di seguirla, e quindi l’unico posto in cui possono farlo è la Svizzera. “Un film rischioso, all’inizio lo consideravo una sorta di musical sul fine vita, ispirato alla storia di Geraldine Chaplin che inizialmente doveva interpretare sé stessa. L’attrice per motivi personali non può girare in Svizzera e quindi avevamo bisogno di un paesaggio che potesse rappresentare la montagna e il viaggio in Svizzera. In Alto Adige abbiamo trovato i giusti panorami per raccontare il momento di confronto tra la coppia e con figlia che li accompagna. Poi c’è stato un cambio di cast, e Angela Molina ha preso la parte della protagonista, ma abbiamo scelto di continuare a girare in Alto Adige, dove già nel 2017 come produzione avevamo girato un film che ci aveva permesso di costruire una serie di rapporti e relazioni che abbiamo ritrovato con piacere. Quando giriamo cerchiamo di avere un grande rispetto dei luoghi in cui giriamo, cercando di ridurre l’impatto ambientale, e massimizzare l’impatto sociale sul territorio”.
Maddalena Rinaldo, produttrice e Head of Content di Cross Productions, ha parlato delle riprese della serie Brennero, diretta da Davide Marengo e Giuseppe Bonito, da poco andata in onda su Rai1. Iniziata a girare nella prima metà del 2022, la serie è interamente ambientata in Alto Adige, con 20 settimane di set. Buona parte delle riprese si sono svolte tra le strade e le piazze di Bolzano, oltre che in vari luoghi tra Caldaro, Terme di Merano, il Palazzo del Ghiaccio di Collalbo e la Funivia che da Bolzano conduce sull’Altopiano del Renon.
La storia di un poliziotto di lingua italiana e una PM di lingua tedesca costretti a indagare su un cold case nel momento in cui a Bolzano viene trovato un cadavere. “In ogni episodio abbiamo voluto raccontare il pregiudizio, qualcosa di cui la nostra società tutta è vittima. A Bolzano convivono due culture differenti, che abbiamo voluto raccontare attraverso i luoghi comuni a loro legati, che vengono scardinati man mano nella narrazione”. Il progetto ha ricevuto un finanziamento da IDM Film Commission Südtirol: “Con la Film commission ci ha uniti la passione e la voglia comune di realizzare un bel progetto. In questo momento mettere insieme un budget è difficoltoso, dopo la pandemia i costi sono cresciuti e i soldi a disposizione diminuiti. Mai come in questo momento l’apporto delle film commission è di vitale importanza per la realizzazione di un’opera”.
Philipp Moravetz e Lynn Inglese, rispettivamente fondatore e cofondatore di Giafatto Entertainment, casa di produzione e service con sede in Alto Adige, hanno raccontato il set della serie tv Davos 1917, girata in Italia tra San Valentino alla Muta, il Passo Resia, il Passo delle Palade e Vallelunga in Val Venosta – in cui Giafatto Entertainment ha partecipato come service provider.
“Un progetto impegnativo, con una troupe di oltre 100 persone, girato in teatro di posa in Germania e in Svizzera e con riprese per 10 giorni in Alto Adige. Le riprese sul territorio italiano si sono svolte a gennaio e febbraio, i mesi più freddi in alto Adige. Aspetto che ha messo la produzione davanti a una serie di difficoltà: il set richiedeva una grande organizzazione per mantenere a proprio agio le persone, non abituate a muoversi in montagna e in quelle condizioni climatiche. Particolarmente complesse le riprese al Passo Resia, dove c’era molta neve e ci siamo trovati davanti a complicazioni da affrontare per questioni di sicurezza. Come service locale, inoltre, abbiamo cercato di aiutare la produzione anche a ottenere un sostegno economico. Li abbiamo aiutati a richiedere il tax credit: tutte le sincronizzazioni delle lingue sono state fatte a Roma, e la cosa ha concesso al film l’accesso al nostro tax credit”.
La serie svizzero-tedesca, andata in onda in Italia su Canale 5, si ispira alle infermiere svizzere che hanno prestato servizio sul fronte in Francia durante la Prima guerra mondiale, raccontando la storia dell'infermiera Johanna Gabathuler, diventata spia per motivi personali, che si ritrova intrappolata tra i fronti dello spionaggio nella Svizzera neutrale.
(Carmen Diotaiuti)