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‘Campo di battaglia’ di Gianni Amelio. Riprese in Trentino e Friuli-Venezia Giulia

05-09-2024 Carmen Diotaiuti Tempo di lettura: 6 minuti

VENEZIA - Sul finire della Prima guerra mondiale due ufficiali medici, amici d’infanzia, lavorano nello stesso ospedale militare, dove ogni giorno arrivano dal fronte i feriti più gravi. Molti di loro si sono procurati da soli le ferite per non tornare a combattere. Campo di Battaglia, il film di Gianni Amelio in Concorso a Venezia 81 e nelle sale dal 5 settembre con 01, racconta il rapporto problematico che i due medici hanno con i soldati e le loro ferite fisiche e spirituali. Due personaggi che sono un po’ due facce della stessa medaglia, con due idee opposte del bene dei malati e del Giuramento d’Ippocrate. 

Un'ambivalenza morale che si ritrova anche in una delle frasi più intense del film, pronunciata da uno dei tanti soldati sul punto di morire che all'infermiera affida il suo ultimo saluto al mondo: "Questa lettera dovete darla al prete perché ci ha insegnato le preghiere e io per quello che vedo vorrei bestemmiare”.

Alessandro Borghi: la relatività di giusto e sbagliato

Tra i protagonisti, insieme a Gabriel Montesi e Federica Rosellini, l’infermiera di cui entrambi i medici sono innamorati, Alessandro Borghi nei panni del medico che sente di dover salvare lo stare in vita, anche a costo di sembrare poco patriottico, anche a costo di infliggere ai soldati ferite più gravi pur di rimandarli a casa: 

“Il film tocca moltissime tematiche, ma ce ne è una per me molto importante: la relatività di giusto e sbagliato, qualcosa a cui penso molto anche nella mia vita privata. All’inizio il mio personaggio viene presentato come il buono del film, ma alla fine non lo sai  più se lo è davvero. Cosa ne penserebbe una madre che si vede rientrare il figlio a casa, salvato dal fronte ma senza una gamba? Per lei è bene o è male? Meglio salvare una vita o salvare l’integrità organica?

Dove è stato girato il film di Gianni Amelio

Iniziate ad ottobre 2023 le riprese hanno come sfondo il comune trentino di Rovereto, tra Palazzo Betta Grillo e l’ex Manifattura Tabacchi a Borgo Sacco. Alcune scene hanno coinvolto anche Forte Cherle, vicino a Folgaria, Forte Busa Granda (Levico) e Bleggio (Ponte Arche) per la scena del matrimonio.

In Friuli sono invece coinvolte le città di Udine, Illegio, VenzoneCodroipo (Villa Manin), Cormons e Gorizia. Nella produzione locale sono stati impiegati 20 tecnici e maestranze friulane e 520 comparse, per un totale di 12 giornate di riprese sul territorio.

“Ho scelto di venire in questa regione perché la storia del mio film esigeva il Friuli Venezia Giulia e questi luoghi, restituendo onestà a ruoli e persone - ha detto Gianni Amelio a proposito delle riprese in FVG - sono stato ripagato dai luoghi, che sono una meraviglia che anche chi vive qui nemmeno conosce. Sono venuto qui, dove la vicenda è accaduta, e ho trovato gente che testimoniava la storia antica, una partecipazione autentica importante e quando le persone si sentono parte di una vicenda che un regista racconta, danno di più. La Prima guerra mondiale è stata devastante, c’è ancora bisogno di parlarne”.

A maggio 2024 la troupe ha girato alcune scene in Toscana, all'interno della stazione ferroviaria di Arezzo

Infine, parte delle riprese è avvenuta a Roma presso l'ex ospedale Forlanini e al forte Bravetta, dove si sono girate le scene con i malati di influenza spagnola. La sequenza iniziale in cui alcuni soldati rovistano tra corpi accatastati e la scena del rogo sono state girate in una cava presso Monterosi (VT).

Trama di 'Campo di battaglia'

Prodotto da Kavac Film, Ibc Movie, One Art con Rai Cinema, e ambientato un’epoca segnata dal furore della prima guerra mondiale, il film ci conduce attraverso un intenso “Campo di Battaglia”, dove l’onore e la moralità si scontrano in una clinica di una grande città del Nord Italia.

Il dottor Stefano Zorzi, interpretato da Alessandro Borghi, trascorre le sue giornate nella Clinica delle Esenzioni, affrontando non solo le ferite fisiche dei soldati provenienti dal fronte, ma anche le oscure arti della simulazione e dell’autolesionismo, un intricato labirinto di menzogne che mina l’integrità del suo operato. Stefano si trova a lottare contro la simulazione e l’autolesionismo dei soldati che cercano disperatamente di sfuggire alla crudeltà della guerra. Questa battaglia quotidiana lo trasforma da un medico compassionevole a un ispettore risoluto, pronto a portare di fronte al Tribunale Militare coloro che abusano della propria salute per fuggire dal fronte.

A creare ulteriori turbamenti nell’animo di Stefano è il suo vecchio amico, il dottor Giulio Farradi, interpretato da Gabriel Montesi. Profondamente contrario alla guerra, Giulio ha un approccio unico: invece di guarire, fa ammalare i soldati o li aiuta ad auto lesionarsi, cercando in tal modo di salvarli da un destino più oscuro. L’amicizia tra Stefano e Giulio si trasforma in una competizione silenziosa che va oltre la sfera professionale, estendendosi anche alle intricatissime relazioni sentimentali con la coraggiosa infermiera Anna (Federica Rosellini).

Tuttavia, quando nel 1918 la grande epidemia di febbre spagnola si abbatte sulla città, le linee tra amore, politica e scienza si confondono pericolosamente. In questo contesto, i due medici sono costretti a confrontarsi con le conseguenze devastanti della malattia, mettendo alla prova le loro convinzioni e rivelando la fragile natura dell’umanità in tempi di crisi.

Il trailer

 

 

(Carmen Diotaiuti)

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