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'Com'è umano lui' il 30 maggio su Rai 1 il biopic su Paolo Villaggio girato tra Roma e Genova

17-05-2024 Redazione Tempo di lettura: 4 minuti

Si sono svolte lo scorso autunno le riprese di Com’è umano lui, biopic per la televisione su Paolo Villaggio diretto da Luca Manfredi, scritto da Luca Manfredi e Dido Castelli con la collaborazione alla sceneggiatura di Elisabetta e Piero Villaggio, coprodotto da Rai Fiction e Ocean Productions. Sono parte del cast Enzo Paci nel ruolo di Paolo Villaggio, Camilla Semino, che interpreta Maura, Favro, Andrea Filippi, il volto di Fabrizio De André, Andrea Benfante Polio), Augusto Zucchi (Ettore Villaggio), Emanuela Grimalda (Maria Villaggio), Vincenzo Zampa e Valentina Ruggeri.

Le riprese sono durate cinque settimane e si sono svolte tra Roma e Genova con il contributo del PR FESR della Liguria e con la collaborazione della Genova Liguria Film Commission e il Comune di Genova. 

Il film tv andrà in onda su Rai1 il 30 maggio.

Sinossi

Genova, seconda metà degli anni ‘50. Paolo Villaggio e la sua piccola “banda” di amici della borghesia genovese, composta da un giovanissimo Fabrizio De André e dal “Polio”, professore di greco in sedia a rotelle, compiono le loro goliardiche scorribande notturne. Mentre di giorno il Polio lavora come docente, Paolo e Fabrizio se la dormono e, a tempo perso, compongono canzoni come “il Fannullone” e “Carlo Martello”. Ma un giorno arriva la sorpresa a sparigliare le carte: Paolo, studente di legge decisamente fuoricorso, mette incinta Maura, la sua fidanzata, e viene costretto dai genitori a sposarla. Il padre Ettore, stimato ingegnere della Genova “bene”, stanco dell’inconcludenza di Paolo, lo mette di fronte alle sue responsabilità di novello genitore e gli trova un impiego alla Cosider. E Paolo, suo malgrado, ci resta circa sette anni. Anni di sbadigli, assenteismo, battaglie navali con il suo compagno di ufficio, il ragionier Bianchi (prototipo di Fantozzi). Anni che Paolo sopporta solo grazie alle sue estemporanee “esibizioni” alla radio e nel teatrino della goliardica compagnia Baistrocchi, dove propone al pubblico un umorismo caustico con dentro alcuni “embrioni” dei suoi futuri personaggi. Ed è proprio in un teatrino genovese che lo scopre Maurizio Costanzo, andato lì a vedere Jannacci, che invece quella sera è malato, e che Paolo sostituisce all’ultimo momento, buttato sul palcoscenico dall’impresario Ivo Chiesa. Costanzo, entusiasta dell’umorismo aggressivo del “professor Otto von Kranz”, un maldestro prestigiatore tedesco interpretato da Paolo (personaggio ispirato a sua madre) gli propone un contratto nel suo teatro romano di cabaret: il 7x8. Maura, che conosce la sofferenza di Paolo, refrattario al suo lavoro da “travet”, lo convince a lasciare il certo per l’incerto e a licenziarsi dall’azienda, per tentare il successo artistico. Da lì in poi è un’escalation di successi, che vanno dal teatrino di Costanzo a un nuovo modo di fare la televisione con “Quelli della Domenica” nel 1968, dove Paolo interpreta ancora l’aggressivo “professor Kranz” e una prima versione dell’impiegato “Fantozzi”. Poi nel 1969, con il varo della nuova trasmissione Rai “È domenica, ma senza impegno”, Paolo inventa un nuovo personaggio, il succube impiegato “Giandomenico Fracchia” nei divertenti sketch con l’attore Gianni Agus, nei panni del “Megadirettore”. Il successo televisivo di Villaggio è enorme. Ormai la sua popolarità è alle stelle e gli consente di scrivere anche due libri sul “ragionier Ugo Fantozzi”, parodia tragicomica dell’impiegato che gli regalerà un enorme successo nelle sale cinematografiche nel 1975, consegnando la sua “maschera” alla storia del cinema italiano.

(Mo.Sa.)

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