(a cura di Andrea Gropplero - materiali Cinecittario: Archivio Luce)
Ossessione il capolavoro di Luchino Visconti del 1943 è considerato dalla critica il primo film neorealista. All’uscita non ebbe vita facile e venne boicottato dal regime fascista. Solo diversi anni più tardi venne riscoperto ed ebbe il successo che meritava. Il film è stato girato lungo la via Emilia, in particolare tra Ferrara e Rovigo, con una scena importante ad Ancona, un vero turning point, che sviluppa la trama in una nuova direzione. Infatti se fino ad Ancona è la storia di un torbido amore fedifrago in una trattoria per viandanti sulle rive del Po, improvvisamente ci troviamo in un noir, con attori e atmosfere che ricordano molto i film noir americani degli anni Quaranta.
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Il giovane vagabondo Gino Costa (Massimo Girotti) arriva da clandestino, a bordo di un camion, ad una stazione di ristoro sulle rive del Po gestita da Giuseppe Bragana (Juan de Landa) e sua moglie Giovanna (Clara Calamai). Il proprietario dal principio lo insulterà invitandolo ad andarsene, per poi capirne il valore di meccanico e il suo sentimento si tramuterà in amicizia. Da subito tra Gino e Giovanna scoccherà un colpo di fulmine che li porterà ad uccidere il Bragana.
Il film è tratto dal romanzo Il postino suona sempre due volte di James M. Cain, autore di diverse opere da cui grandi registi hanno tratto dei film noir. Tra questi, Double Indennity del 1936, da cui nel 1944 Billy Wilder, con la collaborazione alla sceneggiatura di Raymond Chandler, realizzerà La fiamma del peccato.
Ossessione è anche un road movie, lungo il Po e la via Emilia. L’idea di rifarsi una famiglia, il tema del viaggio verso l’altrove lasciandosi alle spalle il passato e il personaggio dello spagnolo determinarono la decisione del regime fascista di censurare e di distruggere tutte le copie del film. Tutte, eccetto una copia del negativo che Visconti riuscì a nascondere e da cui fortunatamente discendono quelle ad oggi esistenti.
In particolare, il film è girato a Canaro, nella provincia di Rovigo, dove si trovava la trattoria “Il sorpasso”, set principale, nella reggiana Boretto, a Codigoro e Comacchio, nel ferrarese, e nella stessa Ferrara, tra piazza della Repubblica e via Saraceno dove si trova l'ex bar Ferrara. Una lunga sequenza ha invece ripreso Ancona, in particolare il cavalcavia della stazione ferroviaria, il molo Santa Maria, via Cialdini, piazzale Duomo (durante la fiera di San Ciriaco), lo scalone Nappi.
Il colpo di fulmine avviene all’inizio del film, poco dopo i quattro minuti: Gino attraversa l’osteria e si dirige in cucina, dove Giovanna canta e si fa le unghie. Lui con uno sguardo da conquistatore le dice che vuole mangiare e mette i soldi sul tavolo, si toglie la camicia mostrando la canottiera e le possenti spalle nude che lei nota e commenta, uno scambio di sguardi e battute tra i due e si crea una guardinga intimità che lascia preludere all’amore. Giovanna va verso la cucina e gli porge una padella con qualcosa dentro, lui gusta più volte il cibo con le mani e commenta sulle sue qualità di cuoca e sulla fortuna del marito nell’averla in moglie.
Quale fosse il cibo galeotto che fece innamorare Gino non è dato saperlo con certezza e su questo, forse trascurabile, elemento esistono diverse opinioni. Laura Delli Colli nel suo bel libro Il gusto del cinema italiano in cento ricette pensa che nella fatidica padella ci siano degli involtini. Però l’involtino ferrarese è fatto di asparagi e pancetta e il contenuto della padella sembra essere qualcosa di più solido e carnoso. La trattoria si trova idealmente a poca distanza da Codigoro (mezz’ora di bicicletta), quindi in zona di Comacchio, nota per le anguille e i capitoni. Al di là di facili simbologie e di divertenti onomatopee, il capitone in umido, che si fa in padella con molti odori, in bianco e sfumato con vino e aceto, è il piatto più diffuso tutt’ora nelle trattorie per camionisti e popolari in quell’area.
Di Luchino Visconti si racconta che, durante le riprese del Gattopardo, chiese al costumista e allo scenografo di riempire un intero cassettone della camera da letto con biancheria d’epoca pulita e stirata, anche se sapeva che nessun cassetto sarebbe mai stato aperto nella scena: i panni erano lì solo per una questione di peso, secondo il grande regista. Questa precisione al limite del maniacale conferma che Visconti non avrebbe mai affidato al caso un piatto così importante per la scena. Qualche fotogramma dopo, il "capitone galeotto” ritorna in un dialogo in bicicletta tra il parroco e Bragana, in cui il curato rivela all’oste che una famiglia dei dintorni ha pescato un capitone di cinque chili, e i due decidono di andarlo a vedere, come a confermare cosa ci fosse in quella padella birichina.
Che cosa hanno in comune Luchino Visconti e Giuseppe Stalin? Probabilmente nulla se non la permanenza in quello che fino al 2013 è stato il grande albergo di Ancona, l’Hotel Roma e Pace, ora chiuso e lasciato da anni alla derelizione. Il primo vi soggiornò durante le riprese di Ossessione, Stalin, giovanissimo, in fuga dalla Russia zarista nel 1911, vi lavorò come portiere di notte per circa due anni, prima di riparare in Svizzera e poi a Londra ed in seguito tornare in Russia per la rivoluzione del 1917. Stalin arrivò ad Ancona via nave, perché nel porto della città vi era uno dei gruppi anarchici più attivi del territorio nazionale, guidati da Enrico Malatesta. La rete anarchica era molto attiva nell’aiutare i profughi russi a fuggire verso l’Europa, era ramificata in diversi paesi e aiutava gli esuli anche nel trovare lavoro e viaggiare oltre confine. Un’altra cosa che Visconti e Stalin probabilmente avevano in comune era la passione per il piatto principe della cucina anconetana: il brodetto. Il brodetto anconetano è una gustosa zuppa di 13 pesci, unica tra le zuppe di pesce italiane ad avere l’anguilla o il capitone tra gli ingredienti. In Italia, nelle città di porto, vi sono una infinita varietà di zuppe di pesce che nascono come piatto povero, perlopiù fatto con pesci piccoli e di risulta, non destinabili alla vendita, quindi consumati dai pescatori e dalle loro famiglie. Si tratta di un secondo piatto o piatto unico, realizzato con pesci, pane raffermo, cipolla e pomodoro.
Il brodetto all’anconetana si vanta di essere il capostipite di tutte le zuppe di pesce. Non entriamo nel merito della diatriba tra caciucco e brodetto, ci limitiamo a girarvi la ricetta tratta da La cucina italiana.
INGREDIENTI
DURATA: un'ora
LIVELLO: medio
DOSI: 8 persone
PREPARAZIONE
Per chi volesse farsi un trailer fai da te su Ossessione e il capitone proponiamo questo gioco, dando le indicazioni di entrata e di uscita dal film. Basterà usare un qualunque programma di montaggio ed inserire sulla time-line i dati del film che vi proponiamo di seguito ed in pochi minuti il gioco sarà fatto.