Anna e The Land of Pain ci accompagnano lungo sentieri montani le cui tinte fosche e il mistero ci fanno da guida. Grazie a un sottotesto costituito rispettivamente da tradizioni popolari e da atmosfere oniriche personali, entrambi i prodotti delineano un itinerario montano horror che si snoda tra i territori della Val d’Aosta e del Veneto.
Stampa itinerarioIl titolo di Dreampainters, Anna, è ambientato in una segheria abbandonata realmente esistente nella Val d’Ayas, una delle valli più soleggiate della in Valle d’Aosta. Superato il piccolo centro di Périasc ci dirigiamo in direzione di Champoluc lungo la SR45, per imbatterci nella località designata per lo sviluppo del gioco, la frazione di Pilaz. In una giornata di pieno sole ci inoltriamo nella valle, abbracciati dalle alte vette del gruppo del Monte Rosa, la catena alpina visibile in lontananza sul confine svizzero, tra le cui cime spicca la Roccia Nera. Tra l’erba alta fin sulle ginocchia costeggiamo il torrente Evançon e lo vediamo scorrere al nostro fianco tra le conifere e le tipiche case della cultura walser: storiche abitazioni in legno di larice e ardesia. Il lavoro di render è talmente dettagliato (grazie ai sopralluoghi e ai reportage fotografici del team) che il luogo risulta estremamente vivido. Questa piccola segheria è infatti l’unico luogo in cui si svolge il gioco. Il background narrativo è costituito dalle voci di antichi racconti legati al folclore locale e ad avvenimenti di cronaca nera: il tutto conferisce spessore all'ambientazione e determina il suo plus esperienziale.
Circondati dalla presenza silenziosa della fauna locale costituita da incursioni di stambecchi e volpi, ci dirigiamo verso l’edificio fatiscente su cui è incentrato tutto il gioco, un puzzle game in cui vestiamo i panni di un uomo che andrà alla ricerca di Anna, un nome che riaffiora alla sua memoria nell'intricato labirinto della propria amnesia. Ci apriremo una strada lungo una ricostruzione enigmatica e angosciante, che si svilupperà soprattutto nell'ambiente interno della segheria e nell'immediato sottosuolo. Una ricerca che si configura sia come ricostruzione della memoria individuale sia collettiva, grazie alla presenza di leggende inquietanti legate al circondario della valle.
Il nostro itinerario horror si sposta a est, sull’Altopiano di Asiago, nei pressi del comune di Enego, dal quale è possibile ammirare tutte le bellezze paesaggistiche della zona (definita “la Finlandia italiana” grazie ai suoi 200km di piste sciistiche): la Valle del Brenta, il Monte Grappa e le maestose Dolomiti. Il videogioco di Alessandro Guzzo, The Land of Pain, si ambienta nelle zone boscose dell’Altopiano, un’esperienza intima e biografica che ci conduce nei luoghi dell'infanzia dell'autore. Nel verde che circonda l’altopiano, oltre ad imbatterci facilmente in mucche pezzate che pascolano libere per i prati, possiamo trovare comodi sentieri che ci immergono in questi boschi, panchine per il picnic e malghe in cui sostare per il pranzo e rifocillarci con il tipico formaggio Asiago. Ai piedi delle Dolomiti Bellunesi che si stagliano a distanza è possibile inoltrarsi tra l’abete, il faggio e il mugo dai lunghi bracci per poi passare in mezzo a felci rigogliose, cespugli di ginepri e, se si è fortunati, scovare la bellissima stella alpina.
Un ambiente idilliaco e familiare si trasforma nel gioco in uno scenario angosciante a causa di un improvviso e misterioso avvenimento. Veniamo guidati infatti all’interno di una vecchia casa fatiscente, dopo aver camminato nel bosco per due ore. Siamo sul finire dell’estate e gli alberi ci guardano minacciosi dall’alto mentre esploriamo i sentieri appena accennati. Anche in questo caso troviamo un dettagliato lavoro di render, frutto delle foto e dei sopralluoghi di Guzzo, che ci catapulta tra gli arbusti di queste sperdute contrade isolate: sembra che il tempo si sia fermato facendoci perdere ogni punto di orientamento. Elementi innocui e apparentemente bucolici come vecchi lavatoi, muretti di sasso e scalinate in pietra, diventano d’un tratto testimoni di qualcosa di inquietante che potrebbe tornare dal passato per perseguitarci nel presente, in pieno richiamo lovecraftiano.
Troveremo una via di salvezza? Riusciremo a fuggire dalle inquietanti baite abbandonate del nord Italia?