Veronica sta per compiere vent’anni quando esce di prigione dopo un lungo processo che le imputava l’omicidio della madre e del suo amante. Per lo Stato per ora è innocente, ma in pochi credono a quell’assoluzione, tanto che al suo fianco sembra avere solo il padre e Giada, la sua migliore amica, la cui cruciale testimonianza ha posto fine a quell’incubo.
I primi passi in quella ritrovata libertà vengono mostrati disordinatamente, in un gioco di specchi, sulla linea del tempo, tornando a quel processo, al giorno dell’omicidio, in una sorta di indagine la cui ricerca del colpevole, progredendo, pare sempre meno centrale. Tutto ruota intorno ad un albergo, l’Holiday che dà il titolo all’opera.
Le intenzioni del film sono incarnate perfettamente dalla sua ambientazione: una tranquilla cittadina della riviera ligure nelle ultime settimane di giugno, che per due adolescenti significano primi bagni, serate in spiaggia, i primi flirt. Un’adolescenza viva quanto spaventosa, l’età delle mille contraddizioni, rappresentate, nel film di Edoardo Gabbriellini come il giorno e la notte: se è vero che di giorno il cielo è azzurro pastello e le spiagge quiete e ordinate, la notte i viali sono ancora bui, il mare è nero e le montagne che incombono sono aspre, ostili eppure silenziose, come a nascondere delle inconfessabili angosce.
Nella scelta delle location, interamente liguri, si è puntato a soluzioni meno battute, spesso inedite come Savona, la provincia e le sue località costiere. Tra queste l’ex carcere Sant’Agostino di Savona, struttura in disuso da molti anni. Utilizzate tra le altre, anche la spiaggia di Albissola Superiore, Albissola Marina, la sede del Comune di Varazze divenuta per l’occasione l’aula del tribunale dove si tiene il processo a carico di Veronica, la pineta dei Bottini a Celle Ligure, Finale Ligure.
Veronica sta per compiere vent’anni quando esce di prigione dopo un lungo processo che le imputava l’omicidio della madre e del suo amante. Per lo Stato per ora è innocente, ma in pochi credono a quell’assoluzione, tanto che al suo fianco sembra avere solo il padre e Giada, la sua migliore amica, la cui cruciale testimonianza ha posto fine a quell’incubo.
I primi passi in quella ritrovata libertà vengono mostrati disordinatamente, in un gioco di specchi, sulla linea del tempo, tornando a quel processo, al giorno dell’omicidio, in una sorta di indagine la cui ricerca del colpevole, progredendo, pare sempre meno centrale. Tutto ruota intorno ad un albergo, l’Holiday che dà il titolo all’opera.
Le intenzioni del film sono incarnate perfettamente dalla sua ambientazione: una tranquilla cittadina della riviera ligure nelle ultime settimane di giugno, che per due adolescenti significano primi bagni, serate in spiaggia, i primi flirt. Un’adolescenza viva quanto spaventosa, l’età delle mille contraddizioni, rappresentate, nel film di Edoardo Gabbriellini come il giorno e la notte: se è vero che di giorno il cielo è azzurro pastello e le spiagge quiete e ordinate, la notte i viali sono ancora bui, il mare è nero e le montagne che incombono sono aspre, ostili eppure silenziose, come a nascondere delle inconfessabili angosce.
Nella scelta delle location, interamente liguri, si è puntato a soluzioni meno battute, spesso inedite come Savona, la provincia e le sue località costiere. Tra queste l’ex carcere Sant’Agostino di Savona, struttura in disuso da molti anni. Utilizzate tra le altre, anche la spiaggia di Albissola Superiore, Albissola Marina, la sede del Comune di Varazze divenuta per l’occasione l’aula del tribunale dove si tiene il processo a carico di Veronica, la pineta dei Bottini a Celle Ligure, Finale Ligure.
Dopo un lungo processo e due anni di prigione per l’omicidio della madre e del suo amante, Veronica viene riconosciuta innocente. Ha solo vent’anni e tutta la vita davanti, ma è difficile guardare al futuro quando gli occhi di tutti sono ancora rivolti a quel tragico evento.