Il gioco si ispira esplicitamente al folklore romagnolo: per lo sviluppo il team si è quindi affidato a fonti provenienti da archivi storici e collezioni demoetnoantropologiche dell’Emilia-Romagna. Tra questi l’Archivio Fotografico della Biblioteca Classense di Ravenna e il MET di Santarcangelo di Romagna.
Le location del gioco riprendono l’aspetto di alcuni luoghi reali di Ravenna, qui reimmaginati come spazi simbolici: la Darsena, il Cimitero Monumentale, il Vecchio Macello.
Il gioco si ispira esplicitamente al folklore romagnolo: per lo sviluppo il team si è quindi affidato a fonti provenienti da archivi storici e collezioni demoetnoantropologiche dell’Emilia-Romagna. Tra questi l’Archivio Fotografico della Biblioteca Classense di Ravenna e il MET di Santarcangelo di Romagna.
Le location del gioco riprendono l’aspetto di alcuni luoghi reali di Ravenna, qui reimmaginati come spazi simbolici: la Darsena, il Cimitero Monumentale, il Vecchio Macello.
Opera prima del duo Amhardcore, Nott Longa (in romagnolo “lunga notte”) è stato realizzato all’interno del percorso Almagià Creative Hub, coordinato da Rete Almagià insieme a E Production e all’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Ravenna, in rete con il Comune di Mantova all’interno del bando Anci Sinergie per progetti relativi al protagonismo giovanile.
Dalla presentazione ufficiale: “Nott Longa è un’avventura grafica folk horror nata dall’incrocio di due mondi diversi: il folklore delle anfibie lande di Romagna e l’immaginario nostalgico del retrogaming. Oblio e nostalgia si sono confusi nella dimensione liminale di Nott Longa, un vecchio videogioco dove glitch e fantasmi hanno corrotto quello che doveva essere un semplice retrogame come altri. Il gioco inizia quando ti trovi incastrato in questo luogo simbolico e stratificato, dove scopri che il sole ha smesso di sorgere, tra personaggi come le Azdôre, l’Alieno, l’Umarèll, e creature ancestrali come la Bessabova, creatura reggitrice del caos, e la Piligrena, lo spirito dei fuochi fatui”.