Condividi

The Greener the better! È possibile un futuro con festival sostenibili?

28-01-2022 Tempo di lettura: 7 minuti

Si è parlato di impatto ambientale nel mondo degli eventi culturali e dei festival durante il webinar The Greener the better! Towards sustainable cultural events and film festivals organizzato da Creative Europe Desk Italy MEDIA e Trieste Film Festival.

Durante il panel, moderato da Nevina Satta, CEO di Fondazione Sardegna Film Commission, sono stati messi a confronto alcuni protocolli e regolamenti predisposti allo scopo di ridurre l’impatto sull’ambiente di questi eventi e sono state presentate alcune buone pratiche di festival organizzati nel rispetto dell’ambiente e nella consapevolezza di quanto il cinema sia uno strumento potente per diffondere una nuova cultura dell’ecosostenibilità nella società.

Silvia Sandrone di Europe Media Desk di Torino, racconta quanto sia importante condividere buone pratiche ed avere aggiornamenti da parte delle istituzioni. Il nuovo programma Europa Creativa è stato lanciato a giugno 2021 e nelle scorse settimane la Commissione europea ha adottato il programma annuale 2022 con un budget aumentato a 384,6 milioni di euro a dimostrazione dell’importanza della cultura nell’agenda dell’Unione e tenendo in considerazione la crisi dovuta alla pandemia e la competizione a livello globale. A breve, annuncia la Sandrone, saranno pubblicati i bandi.

“L’approccio nel condividere le buone pratiche è cambiato a causa della pandemia” –  è stato il commento di Nevina Satta, che ricorda i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile che costituiscono il nucleo vitale dell’Agenda 2030 e pone la questione della necessità di capire cosa l’industria creativa può fare per raggiungerli. I campi di azione sono tanti, dal food al rispetto per la comunità locale, l’importante è che ci sia un approccio innovativo e una capacità di guardare al futuro.

Lauriane Bertrand (Commissione europea - Creative Europe MEDIA) interviene premettendo quanto il “greening” sia diventato una priorità della Commissione e del programma MEDIA nel 2020 anno in cui la crisi sanitaria ha colpito duramente il settore. A giugno 2021 è partito un dialogo dedicato con gli stakeholder e dai focus group è emersa la necessità di un coordinamento sovranazionale, che abbatta i confini nello sviluppo delle pratiche. È dunque necessario lavorare insieme per la transizione ad un livello europeo e per preparare un denominatore comune. L’argomento sarà oggetto di un panel dedicato durante l’European Film Market il 14 febbraio prossimo, con l’auspicio che per quella data possa esserci un accordo.

Bruno Zambardino (DGCA – Ministero della Cultura) annuncia che la Direzione generale cinema e audiovisivo è stata coinvolta in un tavolo promosso dal Ministero della transizione ecologica con lo scopo di elaborare un protocollo condiviso da stakeholder pubblici e privati sui criteri ambientali minimi richiesti dal Piano nazionale di resistenza e resilienza. Se Trentino e Sardegna sono le best practice italiane in materia di sostenibilità a livello europeo, la DGCA ha inserito premialità (5 punti) per le imprese che richiedono i contributi selettivi alla produzione e che si impegnano ad ottenere una certificazione per la sostenibilità ambientale dell’opera (tale certificazione è rilasciata sulla base di appositi protocolli riconosciuti dal Ministero della transizione ecologica o da soggetti certificatori abilitati). L’auspicio è che questo genere di ricompensa sia esteso anche ai festival cinematografici e agli aventi culturali e se ne stanno studiando i criteri. Il protocollo allo studio con il Ministero della transizione ecologica per organizzare festival sostenibili coinvolge Italian Film Commission, l’Associazione Italian Film Festival, Cinemambiente, Arpa, Ispra, Anci e le Autorità nazionali. Il protocollo, che dovrebbe essere pronto entro fine anno, riguarda vari aspetti organizzativi, quali trasporti, food, comunicazione etc.

Laura Zumiani (AFIC, Associazione Italian Film Festivals) entra nello specifico del Green Festival Project, promosso da AFIC nel 2021, allo scopo di fornire linee guida per ridurre l’impatto ambientale degli eventi. Il progetto si divide in due step, il primo si concluderà a fine febbraio 2022 promuovendo una “green festival guide”, il secondo ha come scopo la formulazione di un vero e proprio “green festival protocol” d’intesa con i ministeri della cultura e della transizione ecologica. Sono tante le aree tematiche su cui il progetto sta lavorando, che riguardano ogni aspetto dell’organizzazione di un festival. Tra queste la mobilità sostenibile, un consumo sostenibile di energia, materiali stampa, il riutilizzo delle installazioni, riduzione e gestione dei rifiuti, cibo sostenibile, la produzione di gadget, la gestione degli ospiti, sostenibilità sociale e cultura ambientale, formazione e comunicazione.

Tra gli esempi virtuosi presentati durante il panel, quello del Festival Les Arcs per il quale è intervenuto il general manager Guillaume Calop. Punto di partenza del suo intervento è l’assunto che la sostenibilità ambientale sta divenendo un punto cruciale nella nostra società. Dal 2019 il Festival del cinema Les Arcs ha iniziato a lavorare in questo senso. Nella consapevolezza di quanto un festival generi inevitabilmente inquinamento, si è pensato al grande potere che ha il cinema di promuovere argomenti ecologici e di quanto questi eventi siano importanti per contribuire ad un cambiamento di mentalità. Sono state promosse conferenze su come produrre un film in maniera più sostenibile, ma le discussioni hanno coinvolto anche lo storytelling e il product placement all’interno dei film. L’industria cinematografica ha infatti la capacità di indirizzare il pubblico nel cambiamento di mentalità e dunque il Festival ha iniziato a promuovere film che trattavano argomenti ecologici. Ha anche ideato una nuova piattaforma finanziata da MEDIA per condividere buone pratiche tra i festival.

Lia Furxhi (Festival Cinemabiente, Torino) racconta l’esperienza di Cinemambiente, che nasce nel 1998 dopo protocollo di Kyoto. Partendo dal presupposto che sarebbe stato contraddittorio selezionare film sull’ambiente e non agire in modo ecosostenibile, si è pensato di organizzare cinemambiente nel modo meno impattante possibile. La Furxhi ribadisce inoltre il concetto di quanto il cinema sia un grande strumento per coinvolgere le persone, portando come esempio le scuole è l’idea di quanto sia più semplice la visione di un film piuttosto che la lettura di un libro.

Altra testimonianza è quella di Marie de la Giraudière di We Love Green progetto finanziato dal programma Europa Creativa, una sorta di laboratorio per lo sviluppo di soluzioni sostenibili per gli eventi live e le industrie di intrattenimento che ha tra i partner quattro festival del cinema europei.

(Monica Sardelli)