Siamo tutti Alberto Sordi? di Fabrizio Corallo è un documentario di Sky Arte, La7, Dean Film e Serf Film in collaborazione con Istituto Luce-Cinecittà dedicato al grande attore che il 15 giugno 2020 avrebbe compiuto 100 anni. Alterna scene dei suoi film e materiale d’archivio a testimonianze di giornalisti, critici, attori e registi tra i quali Renzo Arbore, Carlo Verdone, Paolo Mieli, Maurizio Costanzo, Walter Veltroni e tanti altri.
Ma soprattutto, grazie alla partecipazione della Fondazione Museo Alberto Sordi, mostra gli interni della villa dove visse per tutta la vita a partire dal 1958, in cui si può ritrovare la sua vera personalità nascosta dietro alla maschera che indossava in pubblico o nei 187 film girati in oltre 60 anni di carriera. Nel centenario della nascita, la sua casa apre al pubblico e diventa museo: l’inaugurazione, prevista per il 7 marzo assieme ad una grande mostra curata da Alessandro Nicosia, Vincenzo Mollica e Gloria Satta, è stata tuttavia rimandata a causa dell’emergenza sanitaria. Vi si trovano tracce del suo amore per l’antiquariato, una raccolta meticolosa di oggetti, ritagli di giornale, fotografie e costumi di scena, dall’elmetto, paletta e gambali de Il vigile alla bombetta di Fumo di Londra, primo film che lo vide impegnato anche dietro la macchina da presa. Ma è forse il cinema-teatro della villa lo spazio che raccoglie allo stesso tempo la grandezza del personaggio pubblico e il desiderio di discrezione della vita privata. Le statue che circondano la platea ricordano le feste e le proiezioni che Alberto ha organizzato qui fino al 1972 quando, con la morte della sorella Savina, finiscono le feste, si chiudono le tapparelle e lo scoppiettante Alberto pubblico diviene, in privato, più malinconico.