CANNES - Strategie e soluzioni dell'ecosistema audiovisivo europeo in tema di produzione cinematografica e televisiva sostenibile all’Italian Pavilion di Cannes, nel corso del panel Drivers Of Sustainability In Europe, organizzato da Fondazione Sardegna Film Commission e Green film Shooting. Un’occasione per discutere e fare il punto sui diversi approcci e le possibili soluzioni nei territori chiave europei rispetto alla produzione di film ecologici: dagli standard di produzione obbligatori, alla premialità, agli strumenti per incentivare, alle iniziative di formazione.
“L’Italia ha cominciato relativamente tardi, ma considerata l’emergenza geografica, è andata avanti molto velocemente; e poiché in questo momento ci sono diverse produzioni internazionali, quello che accade è che vengono adottati protocolli differenti sullo stesso territorio”, ha sottolineato Nevina Satta della Sardegna Film Commission, che ha dato il via alle pratiche di produzione green circa un decennio fa. “In Sardegna abbiamo introdotto anche la Green Animation – continua Satta - e stiamo sviluppando uno standard di sostenibilità, con protocolli a vari livelli, per l’animazione, un settore che richiede un’attenzione particolare. Una delle questioni problematiche della produzione di opere di animazione è che include anche nazioni come la Cina, dove il green è un’emergenza. Ma per fronteggiare quella che è un’emergenza globale, come industria creativa dobbiamo condividere i dati; per questo sono particolarmente importanti i gruppi di ricerca. C’è molto da fare, poi, a livello di scrittura e storytelling, investendo su progetti che presentano modelli positivi per le nuove generazioni, e occorre tentare di essere più sostenibili nel modo di realizzare le storie. Insomma, dobbiamo agire e smettere di perdere tempo!”.
Un processo in divenire su cui occorre accelerare, come condivide Pedro Barbadillo della Mallorca Film Commission: “In Spagna abbiamo iniziato sei o sette anni fa la spinta a livello strutturale verso produzioni più green, ma abbiamo visto che è un processo lungo per i cambiamenti che richiede nella gestione quotidiana. Per questo abbiamo introdotto nei programmi educativi lo studio della gestione green per la riduzione dell’impatto produttivo, ma anche approvato un programma di economia circolare, che si occuperà della riforestazione dell’isola di Mallorca, dove avevamo perso 3 milioni di alberi”.
Tra gli interventi, Peter Dinges (General Federal film Board) sottolinea con sodisfazione come in Germania sia un vigore uno standard ecologico nazionale utilizzato dall’intera industria audiovisiva, portato avanti dalla fase di pre-produzione fino alla post-produzione, che a livello di sistema di finanziamento prevede 39 requisiti, di cui 21 obbligatori e 18 preferenziali. Mentre Thierry Hugo sottolinea, invece, la necessità di gestire una situazione molto variegata tra i vari territori membri di Eurimages. “Dobbiamo essere inclusivi su tutti i progetti che riceviamo, ed è complicato operare proprio per le differenze delle nazioni comprese in Eurimages. Da gennaio abbiamo introdotto un nuovo criterio per la selezione delle opere basato sulla sostenibilità della produzione: una dichiarazione che viene verificata alla fine e rappresenta un criterio di selezione, e non di eleggibilità, ma che può fare la differenza in caso di progetti che ricevono lo stesso punteggio”.
(di Carmen Diotaiuti)