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The Good Mothers: donne contro la 'Ndrangheta. Location in Calabria

04-04-2023 Tempo di lettura: 9 minuti

Arriva in sei puntate dal 5 aprile su Disney+, con tutti gli episodi disponibili già al lancio, l'attesa serie vincitrice del “Berlinale Series Award”, il premio che il Festival di Berlino ha dedicato, per la prima volta quest’anno, alla serialità: The Good Mothers, la storia vera di tre donne, cresciute all’interno dei più feroci clan della ‘Ndrangheta, che decidono di collaborare con una giovane e brillante procuratrice, Anna Colace, diventando sue alleate nella missione di rovesciare quel brutale sistema dall'interno. Ispirata all’omonimo bestseller del giornalista Alex Perry, sceneggiata da Stephen Butchard, e diretta da Julian Jarrold insieme a Elisa Amoruso, la serie è un’opera corale che racconta la ‘Ndrangheta dal punto di vista delle donne che hanno osato sfidarla, figure da sempre marginalizzate, con oppressione e violenza, da un sistema estremamente patriarcale, che si trovano a combattere contro le loro stesse famiglie per il diritto di sopravvivere e costruire un nuovo futuro per sé e per i loro figli. Donne che sono state disposte a rompere il codice del silenzio, scappare da legami familiari e sociali misogini e testimoniare contro padri, fratelli e mariti nella speranza di una nuova vita di libertà. 

“Il tema della criminalità organizzata viene sempre trattato dal punto di vista maschile perché sono gli uomini ad avere il potere. Ma in questo film volevamo parlare al femminile - rimarca la regista Elisa Amoruso - raccontare di quelle donne che, solo pochissimi anni fa, vivevano in famiglie così oppressive che non le permettevano di uscire di casa se non per accompagnare i figli a scuola, che non hanno scelto di diventare madri ma lo sono diventate, loro malgrado, a quindici o sedici anni. A più livelli queste strutture di patriarcato si ripropongono in tante situazioni e culture, ed è quindi importante che il messaggio della serie possa essere portato il più lontano possibile".

Nel film l’elemento della violenza non è direttamente esplicitato ma è nell’aria come minaccia incombente e oscura, come tensione nervosa sempre palpabile. Un mondo pieno di contraddizioni estreme che accompagna costantemente le "buone madri" del titolo, che vivono in un equilibrio precario con questa violenza che non si capisce quando esploderà e in che termini. “La sfida è stata raccontare storie di violenza senza far vedere la violenza - continua Elisa Amoruso - . L’elemento tragico del racconto, è che sia la violenza che l’amore per le donne protagoniste sono incarnate nelle stesse persone, sono elementi fusi insieme. Iniziano ad amare qualcuno che poi diventa violento con loro”.

The Good Mothers: nel cast Micaela Ramazzotti 

L’indagine di Anna Calace (Barbara Chichiarelli) inizia con l’agghiacciante scomparsa di Lea Garofalo, interpretata Micaela Ramazzotti (La pazza gioia, La prima cosa bella), che aveva testimoniato contro il marito Carlo Cosco per sfuggire alla sua morsa e iniziare una nuova vita con la figlia, Denise Cosco, interpretata da Gaia Girace (L’amica geniale). Dopo dieci anni vissuti in clandestinità, in un continuo nascondersi e entrare e uscire dal programma di protezione testimoni, Lea aveva deciso di riavvicinarsi al marito con la speranza di essere perdonata e riunire la famiglia. Ma non fu così, la donna doveva pagare per quello che aveva fatto. Denise capisce subito che sua madre è stata uccisa e chi l’ha assassinata, ma non riesce ad ammetterlo ad alta voce, finché non trova in sè la stessa forza di sua madre. E da questo inizia il suo novo percorso verso la liberazione. 

“Mi inorgoglisce far parte di questa serie, perché Lea Garofalo, cresciuta nella paura e nell’omertà, ha fatto qualcosa di fortissimo: diventare testimone di giustizia, ribellarsi alla famiglia, pur sapendo che la sua stessa famiglia la ucciderà”, ha sottolineato Micaela Ramazzotti. “Lea Garofalo è riuscita a trasmettere con determinazione forza e libertà a sua figlia, che ha, poi, testimoniato contro il padre e le persone che l’avevano uccisa”.

The Good Mothers, prodotta da House Productions e Wildside, è interpretata anche da Valentina Bellè (Catch-22, I Medici) che veste i panni di Giuseppina Pesce, che, come Concetta Cacciola, interpretata da Simona Distefano (Il traditore), è un'altra delle donne contro la ‘Ndrangheta. Due figure diverse da Lea Garofalo, ma legate a lei dalla comune esperienza di aver vissuto un’esistenza oppressiva e soffocante, spinte dallo stesso impulso a cercare un futuro migliore per sè e per i propri figli, in un viaggio avvincente e pericoloso nel tradimento e nel coraggio

“Questo film è stato un viaggio straordinario ma anche terribile. Mentre stavamo lavorando una signora si è avvicinata lamentandosi sul tema della serie e dicendo che la ‘Ndrangheta in Calabria non esiste, ma che neanche lo Stato esiste. Del resto, se si cresce in un ambiente in cui non c’è alternativa è quasi inevitabile pensarla così”, rivela Valentina Bellè che continua interrogandosi su cosa renda una donna una buona madre: "E' solo la maniera in cui ci si relaziona al proprio figlio o anche la lotta per la libertà, innanzitutto, individuale?"

The Good Mothers è interpretata anche da Francesco Colella (ZeroZeroZero, Trust) nel ruolo di Carlo Cosco, che conobbe Lea quando erano adolescenti e non le perdona il tradimento. Entrambi appartenevano a famiglie collegate alla ‘ndrangheta, e per lui la relazione con la figlia dell’ex boss Garofalo rappresentava un trampolino di lancio per diventare Boss lui stesso. Al sui fianco Andrea Dodero (Non odiare) nei panni di Carmine Venturino, il suo giovane tirapiedi non ancora divorato dalla brutalità del sistema, in qualche modo sensibile, ma totalmente sottomesso al boss. 

Dove è stata girata The Good Mothers: Calabria ma non solo

Tra le location di The Good Mothers,  realizzato anche con il sostegno della Calabria Film Commission, Palmi, Fiumara e Reggio Calabria, dove le riprese hanno coinvolto la zona del duomo, del Castello Aragonese e del lungomare Falcomatà. Ma se la Calabria, certamente, fa da sfondo narrativo alla storia, alcune scene sono state girate anche fuori dalla Calabria, in particolare a Roma, a Milano, a Genova, e nei dintorni di Roma, tra Civitavecchia e i boschi, tra Rocca di Papa, Nemi e Velletri.

Miglior serie alla Berlinale grazie alle location 

Proprio le ambientazioni sono state tra le motivazioni che hanno portato la serie aggiudicarsi il Berlinale Series Award:  “La bella fotografia, la scenografia e le location hanno contribuito alla sensazione ultra realistica della serie – che è giusto, considerando che è basato su fatti veri, e su personaggi della vita reale – le donne coraggiose che hanno resistito a decenni di oppressione e misoginia e che hanno contribuito a far crollare la mafia calabrese”, ha sottolineato la giuria composta da Mette Heeno, André Holland e Danna Stern.

Guarda le immagini della presentazione a Berlino:

 

The Good Mothers, il trailer

La serie ripercorre le vicende di Denise, figlia di Lea Garofalo, Maria Concetta Cacciola e Giuseppina Pesce, tre donne che osano contrapporsi alla ‘Ndrangheta, una delle organizzazioni più spietate e ricche in Italia. Ad aiutarle la P.M. Anna Colace che, appena arrivata in Calabria, ha un’intuizione: per poter abbattere i clan della ‘ndrangheta, è necessario puntare alle donne. È una strategia che comporta grandi rischi: la ‘ndrangheta è nota e temuta per il suo pugno di ferro e il potere insidioso. The Good Mothers segue Denise, Giuseppina e Maria Concetta nel loro tentativo di affrancarsi dal potere criminale e collaborare con la giustizia.

(Carmen Diotaiuti)

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