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Convegno Anica sulla cybersecurity: ogni giorno 50mila eventi illegali in rete

19-01-2023 Tempo di lettura: 4 minuti

La sede dell’Anica ha ospitato il convegno “What happened to my data?” in cui si è parlato dei rischi di attacco dell’industria audiovisiva da parte dei cyber pirati. Rischi che coinvolgono la filiera in ogni ambito, dalle carte di credito usate per i biglietti del cinema alla riproduzione non autorizzata di video e film ma anche di immagini, suoni, titoli e testi.

“Si tratta di rapine e di richieste di riscatti, come nel mondo fisico, ma trasferite nel mondo immateriale” ha commentato Roberto Baldoni, direttore generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale, che ha parlato di 50mila eventi illegali in rete al giorno. Essendo il settore dell’audiovisivo fra i più digitalizzati, è anche tra i più attaccabili.

Nei suoi saluti, il presidente di Anica Francesco Rutelli ha introdotto l’argomento ricordando come le industrie siano in prima linea non solo per produrre contenuti e operare sui mercati, ma anche per accelerare la capacità di difesa dai continui attacchi da parte della criminalità informatica.

L’onorevole Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera, ha ricordato come, secondo un’indagine Ipsos, in Italia nel 2021 un giovane su due ha compiuto atti di pirateria informatica. Per quanto riguarda film, serie e fiction, il danno degli attacchi è pari a 673 milioni di euro, con quasi 72 milioni di fruizioni perse. Assieme al senatore Antonio Nicita, Mollicone ha ricordato l’importanza di approvare un testo di legge sulla difesa informatica, che tuteli i 10mila posti di lavoro nel settore audiovisivo.

Eugenio Santagata, amministratore delegato di Telsy e Chief Public Affairs and Security Officer di Tim ha ricordato che “Il tema della cyber security non si basa esclusivamente su aspetti tecnologici. La tecnologia è un elemento importante e se italiana è meglio, per una governance più sicura e sovrana. Prima ancora delle tecnologie però è importante definire la strategia di protezione degli asset informatici delle aziende, ormai oggi quasi tutte digitali. L’85% delle minacce e dei rischi si abbatte cambiando i comportamenti sbagliati e seguendo poche e sane regole. Faccio l’esempio dei dispositivi mobili e dei software utilizzati all’interno delle aziende, che devono essere verificati dalla struttura di sicurezza preposta”.

Coordinati da Ranieri de’ Cinque Quintili, presidente delle Unione Imprese tecniche Anica, sono poi intervenuti gli esperti Paolo Passeri, Cyber intelligence Specialist di Netskope, Piero Costantini, Ceo di Mnemonica, Massimiliano Graziani, Ceo di Cyber, che ha ricordato come il 60% delle violazioni dipende da dipendenti non accuratamente informati e ha ammonito, ad esempio, a non raccogliere e usare cavetti di ricarica trovati in giro o a non ricaricare telefonini in certi aeroporti, perché anche lì si può annidare il malware. Rich Welsh, senior vice president of innovazion di Deluxe, ha mostrato la dimensione impressionante degli attacchi informatici nel mondo, a Facebook, a Microsoft, alla Polizia di Shangai, alla Sony (per restare al tema del giorno) e ha illustrato un futuro 2033 con il dominio dell’intelligenza artificiale e l’esigenza sempre più decisiva di certificare l’”autentica provenienza” dei messaggi in rete.

La giornalista Alessia Valentini ha moderato una tavola rotonda con Bruno Zambardino, responsabile Affari Ue, Piano Cinema e Immagini per la Scuola e Coordinamento istituzionale Italy for Movies, Cinecittà/DGCA, Dario Di Vito, head of post production e post supervisor di Lotus production e Marina Cipriani, Coordinamento conservazione digitale Banche dati e Accesso digitale della Fondazione Centro sperimentale cinematografia.

(Mo.Sa.)