Si celebrano durante la Mostra del Cinema di Venezia i 100 anni della Motion Picture Association (MPA) e Cinecittà per la DGCA del MiC ha organizzato un panel per cercare di comprendere, attraverso testimonianze di produttori, dati, statistiche e casi studio, quanto può influire, in termini economici, la realizzazione di un prodotto audiovisivo su un determinato territorio a partire da Stati Uniti e in Italia.
Il seminario è stato introdotto da Roberto Stabile – Advisor per l’Internazionalizzazione e Responsabile dei Progetti Speciali, DGCA-MiC a Cinecittà.
In apertura dei lavori, Charles H. Rivkin – Presidente e AD di MPA ha ricordato che l’industria cinematografica a livello mondiale vale 540 miliardi di euro, e quello europeo è il terzo mercato nel mondo, vale 121,7 miliardi di euro e genera 2 milioni di posti di lavoro nell’intero continente: un milione derivante direttamente dalla produzione e distribuzione e un milione in forma indiretta. Cifre a cui MPA ha contribuito in maniera significativa.
Ha ricordato come l’Italia sia una destinazione molto popolare per le produzioni internazionali cinematografiche e audiovisive per varie ragioni: le misure anti-covid adottate, il rebate, le location uniche.
Tra le produzioni girate in Italia Red Notice (Netflix), La Sirenetta (Disney), Indiana Jones 5, House of Gucci, la serie Ripley (Paramount), Mission Impossible 7 per la quale il comune di Venezia ha ricevuto mezzo milione di euro per 3 giorni di riprese nel palazzo Ducale.
THERE IS NO BUSINESS LIKE SHOW BUSINESS è il titolo della prima sessione moderata da Stan McCoy– Presidente e Managing Director, MPA EMEA
Lee Rosenthal – Presidente, Worldwide Physical Production, Paramount Pictures e Nickelodeon Studios, ha ricordato l’esperienza italiana di Mission Impossible 7 che fu girato a Roma e Venezia nonostante la pandemia, impiegando una troupe di 750 persone e investendo in Italia 30 milioni di dollari.
Andrew Hall – Head of Government & Regulatory Affairs, NBC Universal International, sostiene che ci sono due modi per contribuire all’economia italiana: portare e distribuire le proprie produzioni in Italia, un luogo meraviglioso dove girare, e contribuire alla cultura italiana sia in Italia che esportandola all’estero. C’è tempo anche per accennare al cosiddetto cineturismo, il cui impatto ritiene sia probabilmente sottostimato. Il turismo, infatti, in Italia contribuisce al 13% del prodotto interno lordo e al 15% dell’occupazione. Come non citare No Time to Die (MGM) distribuito nel mondo da NBC, girato anche in Italia a Matera e Gravina dove numerosi operatori offrono tour attraverso i luoghi delle riprese?
Ancora cifre: Il 67% delle spese di produzione finisce in ospitalità, catering, trasporti, attività collaterali alla produzione stessa, finendo per contribuire all’economia locale. Il tax credit alla produzione è uno strumento che crea un circolo virtuoso di investimenti che porterà sicuramente NBC a continuare a investire in Italia.
Tra le altre produzioni arrivate in Italia, The American, girato a Castel del Monte, subito dopo il terremoto d’Abruzzo, Cyrano, girato in Sicilia, Fast and Furious 10, che ha coinvolto Roma e Torino.
Iole Maria Giannattasio – Responsabile degli Affari Internazionali e Giuridici, Unità di Ricerca DGCA-MiC, ricorda che alla bellezza e diversità dei paesaggi il MiC ha aggiunto lo strumento del tax credit che è cresciuto negli anni: partito nel 2009 con un’aliquota del 25%, attualmente ha raggiunto il 40% per le produzioni estere senza distinzione tra film e serie tv. Per il Ministero di tratta di un investimento perché attrae in Italia finanziamenti esteri, arrecando beneficio al territorio e all’occupazione. Il nuovo tax credit è entrato in vigore nel 2018; si è assestato nel 2019; ha subito gli effetti della pandemia nel 2020; ha iniziato a stabilizzarsi nel 2021. Le cifre altalenanti dalla pandemia in poi sono cresciute in modo significativo.
Dal 2018 il tax credit per le produzioni USA ammonta a 144 milioni di euro, un totale di più di 3000 giorni di riprese in Italia in 4 anni. In questo periodo incerto le serie hanno realizzato 453 giorni di riprese l’anno, i film 270 per un totale di 723 giorni di lavorazione per le produzioni statunitensi. Le regioni italiane toccate sono state 13 su 20, a dimostrazione che alle destinazioni più conosciute si sono aggiunte quelle meno blasonate, come Matera, che 20 anni fa era totalmente sconosciuta ed oggi è un’importante destinazione turistica.
Alle produzioni statunitensi si aggiungono le co-produzioni Italia-Usa, 7 in tutto, una di queste Monica di Andrea Pallaoro, è in concorso proprio a Venezia.
Nicola Maccanico – AD, Cinecittà, parla della decisione del Governo di acquistare nuovamente Cinecittà, che era privatizzata dal 1995 e di investire sulla sua crescita.
Negli ultimi 20 anni si è realizzato che il cinema è un’industria, con una grande eredità culturale e rilevanza culturale.
Parlando del futuro, sostiene che la crescita di Cinecittà andrà essenzialmente in tre direzioni: capacità produttiva, tecnologia, eco-sostenibilità (molto presto Cinecittà raggiungerà il traguardo delle emissioni 0). In questo momento i 19 teatri di posa sono pieni, un anno e mezzo fa ne erano in attività meno del 50%. La costruzione di nuovi teatri, il tutto esaurito e il fatto che il 70% dei teatri sia occupato da produzioni internazionali sono le ragioni per cui Cinecittà può essere un buon partner per l’industria americana.
Durante la seconda sessione, moderata da Stan McCoy – Presidente e Managing Director, MPA EMEA, sono stati presentati alcuni CASE STUDIES.
Maria Pia Ammirati – Direttore, Rai Fiction, ha iniziato il suo racconto con alcuni numeri: Rai Fiction produce il 78% dell’intera serialità italiana, 50 titoli annui, 400 ore di prodotto, diversità di generi per soddisfare un pubblico più esigente.
È poi entrata nel vivo con l’esperienza di internazionalizzazione di Survivors:12 episodi, diretti da Carmine Elia. Survivors è uno dei 4 titoli dell’Alleanza europea di Rai con France Télévisions e ZDF. Descrive la necessità di parlare una “lingua comune”, cosa che Survivors riesce a fare perfettamente: ha adattato il format, allungandolo a 12 episodi (in Italia il format standard è 8 episodi) pur mantenendo il regista italiano.
Ha poi allargato il discorso al mercato della serialità, dove a farla da padrona sono gli OTT. Per questa ragione le alleanze internazionali sono fondamentali, rendono più forti e permettono di intuire cosa c’è sul mercato e anticiparne le tendenze.
L’Amica Geniale, ad esempio, ha coinvolto 8000 figuranti e ha visto la costruzione uno dei set più grandi mai visti a Caserta, che viene anche visitato dagli appassionati.
Lo stesso avviene con la Sicilia nei 20 anni di Montalbano e Mare Fuori, forte di 50 milioni di visualizzazioni su Rai Play, uno dei titoli più visti su Netflix, che racconta un punto di vista originale di un dramma carcerario.
Madeleine de Cock Buning – Vice President, Public Policy EMEA di Netflix, racconta come Netflix abbia saputo dimostrare che le storie possono essere trasmesse ovunque, motivo per cui l’operatore investe molto in contenuti non in inglese. In Italia, dal 2015 Netflix ha investito milioni di euro in film e serie italiane, di produttori italiani, con troupe italiane per storie italiane.
Sono tre gli aspetti su cui la relatrice pone l’accento: diversità delle regioni e città in cui Netflix ha lavorato, diversità dei generi, e diversità dei talenti.
Riguardo alla valorizzazione delle location, Netflix, che ha chiuso un accordo con Enit e annuncerà tra qualche giorno la firma del protocollo con Italy for Movies, ha girato a Milano o Roma, così come nel resto d’Italia dalle Alpi alla Sicilia. È stata la mano di Dio di Sorrentino girato in una Napoli insolita, mai vista prima, è stato premiato a Venezia lo scorso anno; Love in the Villa, un’altra produzione Netflix è stata girata a Verona; presto arriverà la serie La vita bugiarda degli adulti, ambientata a Napoli. Netflix sta anche lavorando alla diversità dei generi, sport, young adult, animazione, e alla diversità dei talenti, (le attrici Benedetta Porcaroli e Alice Pagani, la regista Letizia Lamartire, Antonio Le Fosse sono cresciuti grazie ai lavori per Netflix). Infine un cenno alle collaborazioni con la Civica Scuola di Cinema e l’Accademia dei David di Donatello, a dimostrazione dell’importanza di investire in nuovi talenti.
Marco Valerio Pugini – Presidente, Panorama Films e Associazione Società di Sevizi di Produzione (A.P.E.), fa un excursus storico dalla nascita, nel 2001, dell’associazione: a quel tempo non c’era tax credit e si è iniziato a studiare l’impatto economico delle produzioni sul cosiddetto movie tourism.
Cita il caso di Matera dove, dopo le riprese di The Passion, gli arrivi aumentarono da 16mila a 24mila, ma un anno dopo tornarono alle cifre iniziali, perché mancava una programmazione. Risolto questo aspetto Matera è cresciuta fino a diventare Capitale europea della cultura 2019, vi sono stati girati molti film, James Bond, Wonder Woman, raggiungendo, nel 2018, 684mila visitatori. Quasi il 5% dei turisti sceglie l’Italia per i film: l’impatto è 1 a 3 ovvero se si spende un milione ne tornano 3 sul territorio.
Nel 2009, anno del primo tax credit al 25%, si produssero due film: The american e Letters to Juliet (quest’ultimo film al centro di un grande progetto di location placement di prodotti italiani). Nel 2018-19 col tax credit al 30% si è saliti a 20 film l’anno, passando da 20 milioni del 2009 ai 96 milioni di tax credit; con l’aumento al 40% dello scorso anno si è arrivato a 570 milioni di euro.
Alessandro Saba – Director Original Productions, The Walt Disney Company Italy, racconta l’intento di portare all’estero un'immagine dell’Italia positiva. A tal proposito cita I Leoni di Sicilia serie che Paolo Genovese ha iniziato a girare il mese scorso, tratta da un grande successo letterario mondiale, che ha spostato una troupe di 150 persone in Sicilia per 5 mesi e ha assunto in Sicilia il resto della crew per location management. Racconta una storia italiana positiva, quella della Famiglia Florio che dalla povertà ha creato una grande forza economica. Altra storia positiva prodotta da Disney è la serie Le Fate ignoranti, che racconta una società inclusiva, o il progetto The good mothers che parla di donne che si ribellano alle mafie.
Il panel si è chiuso con l’intervento di Nicola Borrelli – Direttore Generale, DGCA-MiC, che ha ribadito le importanti misure messe in campo dal Governo italiano per sviluppare gli investimenti degli operatori italiani e internazionali. Il rapporto con il cinema americano, ha continuato, è molto forte ma ci sono ancora margini di miglioramento, come la necessità di rendere le misure più stabili e più semplici. L’intenzione dello Stato italiano di puntare su questo settore è chiara come dimostra l’investimento su Cinecittà. Nelle altre misure che saranno messe in campo, ha concluso il DG, gli americani saranno partner privilegiati, non solo dal punto di vista economico ma anche culturale.