Venti anni dopo l’uscita del film, Ferzan Özpetek è tornato dietro la macchina da presa per le sue Fate ignoranti. Il risultato è una serie tv in 8 episodi in cui accanto alla storia principale, già nota dal film, vengono approfondite le trame secondarie, ma anche il prima e il dopo le vicende di Antonia, Michele e Massimo. Personaggi nuovi popolano la terrazza di Michele, nuovi anche i volti di quasi tutti gli attori. Cambia anche il punto di vista: “Nel 2001 c’era un desiderio di apertura, di voglia di cambiare punti di vista, di sperimentare nuove conoscenze e la nostra storia si collocava perfettamente in quel clima. Ora la stessa storia, venti anni dopo, si ritrova collocata in un momento molto diverso, di ripiegamento in se stessi e chiusura verso l’altro da sé. Il mondo delle Fate ignoranti che allora sembrava un allegro invito alla diversità e alla novità ora invece è una zattera in difesa, pronta a resistere ai nuovi venti di restaurazione che soffiano, più o meno espliciti, nel mondo” commenta in una nota il regista.
Anche le location cambiano, anche se nella serie non mancano i rimandi, gli omaggi e i riferimenti al film. Eccone alcuni.
Il quartiere Ostiense. Tanto caro al regista, vi ha ambientato moltissimi suoi film, cogliendone l’aspetto più conviviale, popolare, a tratti caciarone. Il vivace quartiere di Roma Sud è il cuore pulsante delle Fate ignoranti, sia nel film che nella serie tv.
Il gazometro. Esempio di archeologia industriale, simbolo del quartiere che il film ha contribuito a rendere celebre, è il punto di partenza della serie tv. Özpetek rende omaggio alla vista memorabile dalla terrazza di Michele-Stefano Accorsi inserendone un riferimento anche nella serie tv: Asaf, il fotografo giramondo nipote di Serra, regala a Michele-Eduardo Scarpetta l’ingrandimento di un suo scatto del gazometro che viene, appunto, appeso in terrazza.
Porta San Paolo e la Piramide Cestia. Quando, a seguito della morte improvvisa di Massimo, Antonia cerca di scoprire qualcosa di più della doppia vita del marito, va in cerca della casa di Michele pensando di trovare una lei. Con la sua auto si lascia alle spalle Porta San Paolo e la Piramide Cestia, altri due simboli del quartiere Ostiense. La sequenza è la stessa nella serie tv.
La terrazza. Özpetek ama far vivere e convivere i suoi personaggi come in un nucleo familiare allargato ed inclusivo. la famosa terrazza con vista sul gazometro usata per i pranzi e le cene a casa di Michele, alias Stefano Accorsi, e dei suoi amici, coincide con quella di via del Porto Fluviale 35 in cui trova spazio oggi il centro culturale delle Industrie Fluviali. La terrazza di Michele alias Eduardo Scarpetta è invece quella del Lanificio159, un locale di via di Pietralata. Le due location distano poco più di 10 km.
La fontana del primo avvicinamento e gli altri luoghi. Se nel film Özpetek si discosta poco dal suo quartiere, sottolineandole la lontananza fisica e concettuale con la silenziosa e lussuosa villa che Antonia condivideva con Massimo, nella serie c’è spazio per altri luoghi iconici della città eterna: in piazza Mastai, accanto alla fontana di Pio IX (siamo nei pressi di Trastevere), c’è un primo tentativo di avvicinamento tra i due protagonisti; il Circo Massimo e piazza della Bocca della Verità si intravedono quando Michele è a lavoro; il teatro di Marcello, piazza Venezia, il cupolone di San Pietro visto dal buco della serratura del portone della Villa del Priorato di Malta, fino a villa Adriana, sono le meraviglie che Antonia e Asaf mostrano al pubblico durante la loro frequentazione; il Gianicolo, ponte Sant’Angelo e piazza Navona sono al centro delle vicende che riguardano gli amici di Michele. Infine non manca il Colosseo che assiste inerme al grave incidente di Massimo, dando inizio a questa storia.
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(Monica Sardelli)