Le prime scene del film si svolgono a Villa Biondi, comunità terapeutica nei pressi di Pistoia, che nella realtà è una villa sulla via Tiberina. I murales sono stati creati appositamente per le riprese.
La comunità è ricostruita su una tenuta agricola abbandonata, in mezzo a vivai (uno di questi il Vivaio Tesi di Pistoia) dove le ospiti passano le giornate lavorando con le piante. È a Villa Biondi che le due protagoniste si incontrano e fanno amicizia.
Durante un’uscita di gruppo, Beatrice, un po’ per caso, un po’ volutamente, trascina Donatella in una rocambolesca avventura dalla quale entrambe usciranno più mature, più vere, più umane nelle loro debolezze. Entreranno in un centro commerciale (i Gigli a Campi Bisenzio, in provincia di Firenze), raccoglieranno improbabili passaggi, ruberanno una macchina ed andranno a cena in un ristorante alle Terme Tettuccio di Montecatini (PT), trasformate in hotel di lusso per l’occasione, per poi scappare lungo viale Verdi e a piazza Italia verso la stazione ferroviaria.
La loro corsa sembra interrompersi al Seven Apples, la discoteca dove anni prima ebbero inizio i problemi di Donatella, sul lungomare di Marina di Pietrasanta (LU).
Per qualche scena le strade delle due donne si separano: Donatella viene ricoverata e Beatrice si fa accompagnare nella villa di lusso del ex marito avvocato (una villa privata ad Ansedonia, frazione di Orbetello, nel grossetano), poi sotto casa dell’uomo di cui è ancora innamorata. Ben presto però tornano a correre assieme, come due novelle Thelma & Louise partendo da Villa Mansi di Segromigno in Monte, a Capannori (LU), dove vive la famiglia di Beatrice, su una decappottabile rosso fuoco, lungo l’autostrada che dalla Lucchesia scende verso la Versilia, all’inseguimento di un passato troppo ingombrante e doloroso per essere ignorato.
A Viareggio (LU) Donatella decide di aprirsi con Beatrice, e le racconta della passeggiata con il figlio durante il carnevale di Viareggio e del gesto estremo al Ponte di Calafuria a Livorno: le due donne si confidano sedute su un muretto del lungomare. Di Viareggio sono stati utilizzati come set anche piazza Mazzini, piazza Puccini, la pineta e l’ospedale. La spiaggia fa da sfondo alla poetica scena finale con annesso bagno prima del ritorno a Villa Biondi.
Le prime scene del film si svolgono a Villa Biondi, comunità terapeutica nei pressi di Pistoia, che nella realtà è una villa sulla via Tiberina. I murales sono stati creati appositamente per le riprese.
La comunità è ricostruita su una tenuta agricola abbandonata, in mezzo a vivai (uno di questi il Vivaio Tesi di Pistoia) dove le ospiti passano le giornate lavorando con le piante. È a Villa Biondi che le due protagoniste si incontrano e fanno amicizia.
Durante un’uscita di gruppo, Beatrice, un po’ per caso, un po’ volutamente, trascina Donatella in una rocambolesca avventura dalla quale entrambe usciranno più mature, più vere, più umane nelle loro debolezze. Entreranno in un centro commerciale (i Gigli a Campi Bisenzio, in provincia di Firenze), raccoglieranno improbabili passaggi, ruberanno una macchina ed andranno a cena in un ristorante alle Terme Tettuccio di Montecatini (PT), trasformate in hotel di lusso per l’occasione, per poi scappare lungo viale Verdi e a piazza Italia verso la stazione ferroviaria.
La loro corsa sembra interrompersi al Seven Apples, la discoteca dove anni prima ebbero inizio i problemi di Donatella, sul lungomare di Marina di Pietrasanta (LU).
Per qualche scena le strade delle due donne si separano: Donatella viene ricoverata e Beatrice si fa accompagnare nella villa di lusso del ex marito avvocato (una villa privata ad Ansedonia, frazione di Orbetello, nel grossetano), poi sotto casa dell’uomo di cui è ancora innamorata. Ben presto però tornano a correre assieme, come due novelle Thelma & Louise partendo da Villa Mansi di Segromigno in Monte, a Capannori (LU), dove vive la famiglia di Beatrice, su una decappottabile rosso fuoco, lungo l’autostrada che dalla Lucchesia scende verso la Versilia, all’inseguimento di un passato troppo ingombrante e doloroso per essere ignorato.
A Viareggio (LU) Donatella decide di aprirsi con Beatrice, e le racconta della passeggiata con il figlio durante il carnevale di Viareggio e del gesto estremo al Ponte di Calafuria a Livorno: le due donne si confidano sedute su un muretto del lungomare. Di Viareggio sono stati utilizzati come set anche piazza Mazzini, piazza Puccini, la pineta e l’ospedale. La spiaggia fa da sfondo alla poetica scena finale con annesso bagno prima del ritorno a Villa Biondi.
David di Donatello 2017: Miglior film - Miglior regista a Paolo Virzì - Migliore attrice protagonista a Valeria Bruni Tedeschi - Migliore scenografo a Tonino Zera - Migliore acconciatore a Daniele Tartari / Nastro d'argento 2016: Regista del miglior film a Paolo Virzì - Migliore sceneggiatura a Paolo Virzì, Francesca Archibugi - Migliore attrice protagonista a Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti - Migliori costumi a Catia Dottori - Migliore colonna sonora a Carlo Virzì - Premio Wella per l'immagine a Micaela Ramazzotti - Premio Shiseido a Valeria Bruni Tedeschi / Globo d'oro 2017: Migliore sceneggiatura a Francesca Archibugi e Paolo Virzì / Ciak d'oro 2017: Miglior film - Migliore attrice protagonista a Micaela Ramazzotti - Miglior montaggio a Cecilia Zanuso
A Villa Biondi, nei dintorni di Pistoia, un centro per donne affette da disturbi mentali, si incontrano Beatrice, vivace mitomane che si atteggia a gran signora, e Donatella, giovane introversa e diffidente, due donne con storie diversissime, rese “matte” dall’amore.