Quattro fratelli trasferitisi tra il centro e il nord Italia con le rispettive famiglie si ritrovano nel paese natio, dove vivono ancora i genitori anziani, per le festività natalizie. Gli scorci in esterna sono quelli di Sulmona, in provincia dell’Aquila, sebbene si facciano molti riferimenti alle tradizioni di Lanciano (CH).
Il racconto, dal punto di vista del piccolo Mauro, inizia con una panoramica della città, da Porta Napoli, che si trova in Corso Ovidio: da qui, racconta il bambino, si va direttamente a Napoli, e vi passò Garibaldi diretto a Caprera. Sempre in Corso Ovidio si trova la Chiesa di San Francesco della Scarpa, voluta dalla Madonna scesa in paese. La vecchia scuola della madre Lina, poi diventata sede del Municipio è Palazzo Sardi. Sta nevicando quando Mauro e i genitori arrivano a casa dei nonni, i cui esterni, più volte visibili anche in notturna quando i quattro fratelli escono a giocare a palle di neve, sono quelli di via Amendola.
La convivenza procede più o meno tranquillamente, tra ricordi, pettegolezzi e qualche malignità.
C’è spazio anche per la Squilla, antichissima tradizione lancianese del 23 dicembre: una campanella inizia a suonare e tutto si ferma, e i figli baciano la mano ai genitori.
A mezzanotte, dopo la cena della vigilia, i commensali si preparano per la messa solenne di Natale, presso la Chiesa di Santa Maria di Loreto altra occasione per rivedere e spettegolare sui conoscenti.
In un bar in pieno centro, in Piazza XX settembre, dove troneggia la statua dell’illustre concittadino Ovidio si tiene la riunione tra i fratelli per decidere chi si occuperà di mamma Trieste e papà Saverio dopo che Trieste ha annunciato di voler passare gli ultimi anni della propria vita e quella del marito presso uno dei figli.
Quattro fratelli trasferitisi tra il centro e il nord Italia con le rispettive famiglie si ritrovano nel paese natio, dove vivono ancora i genitori anziani, per le festività natalizie. Gli scorci in esterna sono quelli di Sulmona, in provincia dell’Aquila, sebbene si facciano molti riferimenti alle tradizioni di Lanciano (CH).
Il racconto, dal punto di vista del piccolo Mauro, inizia con una panoramica della città, da Porta Napoli, che si trova in Corso Ovidio: da qui, racconta il bambino, si va direttamente a Napoli, e vi passò Garibaldi diretto a Caprera. Sempre in Corso Ovidio si trova la Chiesa di San Francesco della Scarpa, voluta dalla Madonna scesa in paese. La vecchia scuola della madre Lina, poi diventata sede del Municipio è Palazzo Sardi. Sta nevicando quando Mauro e i genitori arrivano a casa dei nonni, i cui esterni, più volte visibili anche in notturna quando i quattro fratelli escono a giocare a palle di neve, sono quelli di via Amendola.
La convivenza procede più o meno tranquillamente, tra ricordi, pettegolezzi e qualche malignità.
C’è spazio anche per la Squilla, antichissima tradizione lancianese del 23 dicembre: una campanella inizia a suonare e tutto si ferma, e i figli baciano la mano ai genitori.
A mezzanotte, dopo la cena della vigilia, i commensali si preparano per la messa solenne di Natale, presso la Chiesa di Santa Maria di Loreto altra occasione per rivedere e spettegolare sui conoscenti.
In un bar in pieno centro, in Piazza XX settembre, dove troneggia la statua dell’illustre concittadino Ovidio si tiene la riunione tra i fratelli per decidere chi si occuperà di mamma Trieste e papà Saverio dopo che Trieste ha annunciato di voler passare gli ultimi anni della propria vita e quella del marito presso uno dei figli.
La tredicenne Monica, figlia di Alessandro e Gina, vuole fare la ballerina di Fantastico ma non riesce a rinunciare ai bocconotti al cioccolato, dolce tipico di Castel Frentano (CH).
La cena di natale, tra smancerie e falsità varie, si compone, tra le altre cose, di passatelli in brodo, baccalà col cavolfiore fritto e l’immancabile capitone.
Clemi Cinematografica
Nastro d'argento 1993: Migliori costumi a Lina Nerli Taviani
Un Natale all'insegna delle miserie di famiglia tra genitori anziani e figli ormai emotivamente distanti.