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Addio ad Andrea Camilleri, “papà” di Montalbano

16-07-2019 Tempo di lettura: 2 minuti

La sua Sicilia, quella che ha descritto negli oltre 100 tra racconti e romanzi, la conoscevano ormai tutti, così come quel linguaggio, il vigatese, che caratterizzava i suoi scritti e che ha creato delle espressioni di uso ormai comune nel nostro parlare.

Andrea Camilleri ottenne notorietà presso il grande pubblico grazie al Commissario Montalbano, uomo dal talento investigativo unico che mitigava un carattere non facile. Era il 1994 quando Sellerio portava in libreria La Forma dell'Acqua, primo di una serie di fortunati racconti che hanno accompagnato lo scrittore negli ultimi 25 anni di vita. Caratteristica dei romanzi è il loro contaminarsi con la più stretta attualità, ma quello che più colpisce l’immaginario degli appassionati sono quei paesaggi rurali aridi, il mare onnipresente, i personaggi caratteristici e la cultura enogastronomica siciliana, al punto che la scelta dei set della versione televisiva non potè prescindere da questa regione. Nel 1999, infatti, Montalbano ebbe anche un volto, quello di Luca Zingaretti, e un successo senza eguali, tanto che a 20 anni dalla prima uscita in tv, le numerose repliche in onda su Rai Uno continuano a fare il pieno di spettatori.

Vigata, Porto Empedocle nell’immaginario camilleriano, è, nella finzione scenica, un insieme di gioielli barocchi, in cui spiccano Scicli e Ragusa Ibla. I suoi dintorni – tra gli altri, Donnalucata, Monte Crasto, il Castello di Donnafugata, Modica, Noto, Scopello, senza dimenticare la meravigliosa casa di Marinella-Punta Secca – hanno richiamato una quantità impressionante di appassionati da tutto il mondo, dando nuova vita territori fino ad allora poco toccati dalle rotte turistiche.

Ci mancheranno l’ironia e sensibilità di Camilleri, la stessa che ha sempre trasmesso ai suoi personaggi, che, per fortuna, ha consegnato per sempre alla storia della letteratura.

Leggi l’itinerario sui luoghi di Montalbano.