Condividi

Documentari: quali le opportunità? Se ne è parlato al MIA

16-10-2024 Monica Sardelli Tempo di lettura: 6 minuti

Nell’ambito del MIA – Mercato Internazionale Audiovisivo un panel ha esplorato le opportunità per il genere del documentario nei mercati locali e globali evidenziando l’importanza del tax credit e il ruolo delle film commission all’interno del nuovo quadro legislativo.

Il perimetro analizzato distingue i documentari in base ai canali di sfruttamento, che possono essere le reti televisive o le sale. In termini numerici si parla di 219 titoli monitorati per la tv (palinsesto e OTT) per un totale di 404 ore di contenuto (fonte CeRTA) e 112 titoli distribuiti al cinema tra il 1 settembre 2023 e il 31 maggio 2024 (in riduzione del -3% sulla precedente stagione), per incassi al box office per circa 5,6 milioni di euro (erano 3 milioni nella stagione precedente - Fonte Cinetel).

Cresce la produzione interna a scapito di quella esterna: nella precedente stagione il rapporto tra produzione esterna e interna era 75% vs 25% in termini intensivi e 83% vs 17% in termini estensivi. Tra gli argomenti trattati prevalgono intrattenimento (45 titoli per 82 ore) e attualità (39 titoli per 101 ore). In generale, il mondo del documentario ha meno soggetti produttivi ma una maggiore frammentazione.

La Rai prevale con il 56,6% dei titoli e il 55,3% delle ore, seguita da Sky (15,5% e 12,9%) e Mediaset (10% e 12,2%). In generale le reti vantano 189 titoli (+3%) e 351 ore (-24%) mentre gli OTT contano 30 titoli (-38%) e 53 ore (-42%).

La presentazione dei dati è stata seguita da un dibattito alla presenza dei principali rappresentanti del mercato: Fabio Abagnato, direttore di Emilia-Romagna Film Commission, Enrico Bufalini, direttore della distribuzione cinematografica, della produzione documentaristica e della gestione (conservazione e valorizzazione) dell’archivio storico LUCE, di Cinecittà, Gabriele Genuino, responsabile produzione documentari in Rai Cinema, Gloria Giorgianni, produttrice e Ceo di Anele, Cosetta Lagani, Fondatore e produttore creativo di Salice Production, Roberto Pisoni, senior director della sezione Sky Entertainment Channels in Sky Italia, Fabrizio Zappi, direttore di Rai Documentari.

Fabrizio Zappi direttore di Rai Documentari esemplifica con i numeri cosa significa per Rai il mondo del documentario per lo sfruttamento televisivo: 80 collocazioni di palinsesto, una 30ina in prima serata, il resto in seconda serata e daytime, in crescita rispetto alle 72 collocazioni degli anni scorsi. I dati mostrano chiaramente come la Rai sia ancora oggi il primo polo produttivo contribuendo a più della metà della produzione nazionale Rai documentari investe nella produzione audiovisiva nazionale il 97% del budget, il 3% in produzione interna.

Gabriele Genuino per Rai Cinema, ricorda l’avvio da più di 12 anni dell’area dedicata ai documentari, con l’idea di dedicare un focus specifico e non assimilato al cinema di finzione. Tali opere nascono con un impianto di coproduzione/collaborazione internazionale. Oggi è possibile affermare con convinzione che il comparto del documentario italiano ha la capacità di muoversi in una dimensione quanto meno europea.

Roberto Pisoni, racconta l’esperienza di Sky: in 10 anni sono stati investiti circa 70 milioni per documentari venduti in tutto il mondo. La piattaforma ha vissuto a pieno una “golden age” del documentario. In questa fase è invece necessaria una scelta su dove investire e trovare nuove vie di finanziamento esterne. Si continua a comprare (che è più semplice che produrre), ma le scelte sono più oculate per venire incontro ai gusti del pubblico di Sky. In altre parole si lavorerà di più sulla qualità e meno sulla quantità.

Cosetta Lagani per Salice porta all’attenzione della platea il caso del documentario Prima della fine – Gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer di Samuele Rossi, realizzato solo con materiale di repertorio, grazie al piccolo investimento di tre società, l’aiuto del MiC e dell’Emilia-Romagna Film Commission. Sky ha trovato interessante il progetto, mentre la distribuzione theatrical è stata affidata a Open DDB.

Gloria Giorgianni per Anele commenta che il mercato è in crescita e il prodotto performante, ma è necessario che ci sia una valorizzazione corretta del prodotto documentario da parte dei committenti. L’augurio è che le risorse aumentino e che la linea di tax credit dedicata al documentario stimolino a ragionare sul tema delle finestre e diano la sostenibilità finanziaria necessaria a rendere i prodotti performanti all’estero.

Enrico Bufalini evidenzia che il principale motivo per cui ci si rivolge a Cinecittà è il grande patrimonio posseduto dall’archivio storico dell’Istituto Luce. Ma si lavora anche sul contemporaneo e cita due titoli su tutti: Fuocoammare film documentario di Gianfranco Rosi, Orso d’oro a Berlino nel 2016, e Mur opera prima di Kasia Smutniak del 2023. L’auspicio è che le nuove norme per il tax credit costituiscano una nuova partenza per il settore.

Fabio Abagnato porta all’attenzione la relazione costante tra le film commission e il mondo della produzione di documentari. Emilia-Romagna Film Commission, in particolare, ha investito sulla cultura del documentario tra l’altro con il progetto Doc in Tour e il Biografilm Festival. Lato produzione, negli ultimi 4 anni la Regione ha sostenuto 99 documentari (circa il 50% delle opere totali) con budget importante, senza dimenticare il sostegno allo sviluppo.

(Monica Sardelli)