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Donne e regia: trend in crescita ma ancora 30 anni per equità di genere

04-09-2024 Carmen Diotaiuti Tempo di lettura: 3 minuti

VENEZIA –  Servono ancora altri 30 anni per raggiungere l'equità di genere alla regia, e occorrerà attendere fino al 2070 per avere un eguale numero di direttrici e di direttori della fotografia nelle produzioni cinematografiche italiane. È la previsione che emerge dal quarto rapporto Gender Balance in Italian Film Crews, realizzato da Università Cattolica e Ministero della Cultura - Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, che ha analizzato i dati di produzione e co-produzione italiana dal 2017 al 2023, con riferimento ai soli lungometraggi. Il report è stato presentato al Venice Production Bridge all’interno del seminario annuale in 'Gender Equality and Inclusivity in the Film Industry', mostrando uno scenario con dati in miglioramento: aumentate negli ultimi anni le donne dietro la macchina da presa, i cui film vincono più premi e circolano maggiormente nelle sale. Un trend di crescita che, se rispettato in maniera costante anche per il futuro, potrebbe ridurre a 20 gli anni necessari al raggiungimento dell'equità di genere alla regia: dato leggermente più confortante, ma che rivela, pur sempre, un importante il divario da colmare, come ha illustrato la direttrice dell'Alta scuola per la comunicazione (Almed) Mariagrazia Fanchi che ha presentato i dati. 

Dai dati analizzati emerge che è il 21% la quota di professioniste alla direzione di lungometraggi nel 2023; poco meno del 30% quella delle sceneggiatrici e delle montatrici; al 12% la percentuale delle direttrici della fotografia e ancora sotto la soglia del 10% quella delle direttrici delle musiche; la presenza femminile fra i supervisor di effetti speciali continua a crescere, sebbene non superi il 30%; costumi e trucco restano professioni a prevalenza femminile, sebbene si inizi a registrare un confortante crescente ingresso di professionisti di genere maschile.

L'incremento del numero di registe in attività ha fatto crescere anche la quota delle produzioni italiane dirette da donne o da team a prevalenza femminile: 19% nel 2023, + 3 punti percentuali rispetto all'anno precedente. Il 2023 è stato anche caratterizzato dal netto superamento della percentuale di film a direzione femminile distribuiti in sala: il 76% rispetto al 69% di quelli a direzione maschile. Anche la media del box office è significativamente cresciuta, come conseguenza del successo del film di Cortellesi: 683.325 euro rispetto ai 247.257 euro in media dei film a direzione maschile.

Rispetto agli anni passati aggiunto quest’anno un censimento delle nomination e dei premi delle opere da cui è emerso che nel 2023 le opere a direzione femminile rispetto a quelle a direzione maschile hanno ricevuto più nomination (38% rispetto al 28%) e si sono aggiudicate più premi (21% rispetto al 16%).

Restano invariati i trend già emersi nei precedenti rapporti: la tendenza delle donne a lavorare di più nelle produzioni a costo basso, l'aumento della presenza femminile nelle iniziative produttive dirette da donne, il legame elettivo con il documentario.

(Carmen Diotaiuti)