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Al Filming Italy Venice Award l’industria cinematografica nel segno del cambiamento

01-09-2024 Monica Sardelli Tempo di lettura: 5 minuti

Si rinnova al Lido di Venezia l’annuale appuntamento con il panel “Industry” del Filming Italy Venice Award, un’occasione per fare il punto sul cambiamento in atto nel mercato cinematografico a tutto tondo.

Ai saluti di Tiziana Rocca, Direttore generale del Filming Italy, ha fatto seguito un incontro moderato da Flavio Natalia, Direttore di Ciak. In rappresentanza di tutti gli anelli della filiera hanno partecipato: Chiara Sbarigia, nel doppio ruolo di Presidente di Cinecittà e APA; Anna Roscio, Executive director Sales & Marketing Imprese di Intesa Sanpaolo; Federica Lucisano, Amministratore delegato presso Lucisano Media Group e produttrice cinematografica; Paolo Dal Brocco, Amministratore delegato Rai Cinema; Luigi Lonigro, Presidente nazionale Unione Editori e Distributori Cinematografici ANICA; Mario Lorini, Presidente ANICA.

Chiara Sbarigia ha fotografato la situazione attuale del mercato come molto fluida, con un grande sviluppo dopo il Covid e una grande risposta da parte del mercato a dimostrazione della capacità del sistema di farsi compatto durante le emergenze. Ha elencato le principali tendenze dell’ultimo periodo: il raccordo per la riforma del tax credit, il grande interesse internazionale per le nostre società di produzione, in particolare quelle capaci di creare valore o che hanno investito sulle infrastrutture, ed ha ribadito la necessità di guardare fuori, di ragionare sui generi (ricorda il grande successo della rassegna del martedì horror che ha riportato in sala 4 capolavori di Dario Argento durante l’estate), di lavorare sulla formazione e ragionare sulle sceneggiature.

Anna Roscio, in rappresentanza del comparto bancario, ha ricordato come quello cinematografico sia un settore che favorisce il PIL e l’occupazione. È inoltre un’industria trasversale, in grado di creare indotto grazie ai legami con altri settori come turismo e moda. Le banche possono fare molto per sostenerne crescita e sviluppo. Ma per il sistema bancario ciò implica acquisizione di competenze molto specifiche, con persone che ne conoscano il ciclo produttivo e finanziario.

Federica Lucisano ricorda il momento di crisi della commedia italiana iniziata prima dell’inizio della pandemia. Un prodotto che funzionava meglio sulle piattaforme e sulla free tv piuttosto che nelle sale. Sì è dunque pensato che per riportare il pubblico in sala si dovesse tornare a produrre commedie di livello qualitativo più alto, ma per fare ciò è stata fondamentale la collaborazione dei talent.

Paolo Dal Brocco arriva alla mostra in rappresentanza di Rai che ha presentato 23 titoli coprodotti con 21 diverse società. In generale il servizio pubblico è arrivato a produrre opere con 190 società diverse. Il 2019 è stato un anno straordinario per il cinema in termini di incassi e di prodotto, nel febbraio 2020 il market share del cinema italiano raggiungeva punte del 37-38%. La pandemia ha cambiato completamente lo scenario, ma non ha fermato la produzione grazie ai protocolli messi in campo dai governi. Nel frattempo è cambiata la modalità di fruizione dei contenuti e le piattaforme hanno preso il sopravvento. C’è stato un aumento dei costi Alla fine del periodo pandemico il volume produttivo era enorme ma non c’era mercato che lo assorbisse adeguatamente. Oggi un numero così alto di film non è più sostenibile, sono cambiate le abitudini e alcuni generi sono diventati prerogativa delle piattaforme.

Luigi Lonigro conferma gli anni molto faticosi, lasciati alle spalle, ma assolutamente determinanti per definire il cambiamento. La pandemia è arrivata dopo un anno strepitoso, in cui finalmente i blockbuster americani avevano scelto l’estate per il rilascio in Italia. Da marzo 2020 si è ripartiti da zero, in un mondo sbilanciato in cui la produzione è andata avanti grazie ai protocolli mentre mercato theatrical si è fermato. Oggi è cambiata anche la promozione dei film grazie ai talent che che seguono i propri film nelle varie tappe, anche in estate.

Mario Lorini: ricorda che gli investimenti nelle sale sono investimenti per tutta la filiera. Sebbene le sale si stiano adeguando il prodotto continua a farla da padrone al punto che sono i mercati esteri a guardare al mercato italiano come esempio su come ottenere i migliori risultati a livello internazionale.

(Monica Sardelli)