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La Puglia è il Medio Oriente in 'Shoshana' di Michael Winterbottom

25-06-2024 Monica Sardelli Tempo di lettura: 4 minuti

È ispirato a fatti realmente accaduti Shoshana, il thriller politico di Michael Winterbottom con Douglas Booth, Irina Starshenbaum, Harry Melling, Aury Alby, Ian Hart, in sala con Vision dal prossimo 27 giugno.

Shoshana è una coproduzione Italia-Regno Unito, prodotto da Bartleby Film, Revolution Films con il supporto logistico di Apulia Film Commission ed è ambientato negli anni Trenta durante il mandato britannico a Tel Aviv, una nuova città ebraica di matrice europea costruita sulle coste del Mediterraneo sullo sfondo del nascente stato israeliano. 

Di cosa parla 'Shoshana' il nuovo film di Michael Winterbottom

Negli anni Trenta Tel Aviv è una nuova città ebraica di matrice europea costruita sulle coste del Mediterraneo. La Palestina è una colonia britannica e lo stato israeliano non è ancora stato costituito: l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite avrebbe votato la separazione tra arabi ed ebrei in Palestina, dividendola quindi in due stati separati, solo a fine 1947.

Attraverso la relazione tra Thomas Wilkin (Douglas Booth) e Shoshana Borochov (Irina Starshenbaum), il film racconta come la violenza e l’estremismo riescano a separare gli individui, costringendoli a scegliere da che parte schierarsi.

Membro della squadra antiterrorismo delle forze di Polizia Britannico-Palestinesi, Wilkin affianca Geoffrey Morton (Harry Melling) nella caccia a un leader clandestino, il carismatico poeta Avraham Stern (Aury Alby). Stern è convinto che la costruzione dello stato di Israele debba necessariamente passare attraverso la violenza, e Wilkin e Morton diventano i suoi principali obiettivi. 

Shoshana è invece una donna moderna, progressista e femminista. Odia le politiche di Stern e i suoi seguaci ma con l’intensificarsi del clima di violenza sarà costretta a decidere accanto a chi vorrà combattere.

Trailer

Le location di 'Shoshana'. La Puglia si trasforma nel Medio Oriente

Il film ha avuto una gestazione di 15 anni ed è stato preceduto da una ricerca di archivio in Israele da parte del regista. Dal materiale fotografico e storiografico consultato, Winterbottom ha riscontrando varie somiglianze tra alcuni scorci della Puglia e la Tel Aviv degli anni Trenta.

Abbiamo girato in Puglia, in Italia. Dovevamo cercare di replicare Tel Aviv, che era stata costruita nel 1924, quindi ci servivano molte palazzine basse e bianche che avessero circa15 anni di vita. La Tel Aviv di oggi è enorme e piena di grattacieli, e abbiamo capito subito che non potevamo girare lì. Ovviamente non potevamo usare le costruzioni originali degli anni Trenta perché oggi avrebbero quasi un secolo, mentre la Tel Aviv di allora era una città nuova, ma in Puglia abbiamo trovato un’architettura molto simile, fatta però di case recenti. Con noi c’erano molti attori israeliani ed erano veramente stupiti della somiglianza”.

Ad Ostuni (tra gli altri, il quartiere Melogna), Brindisi (quartiere Casale), le località balneari di Pantanagianni (comune di Carovigno) e Torre Canne (frazione di Fasano) viene ricostruita la Tel Aviv dell’epoca.

Per Gerusalemme il regista ha scelto alcuni scorci di Lecce, mentre a Taranto è stata ricostruita Jaffa.

Il regista ha disegnato il set assieme allo scenografo Sergio Tribastone su un paesaggio ideale per ricostruire Israele: “il mare è lo stesso e anche la costa è molto simile, con le colline, gli alberi d’ulivo, eccetera. In Puglia le località in cui abbiamo potuto lavorare sono tantissime”.

(Monica Sardelli)

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