Vangelo secondo Maria è il nuovo film di Paolo Zucca, proiettato in anteprima nazionale al Torino Film Festival. Il regista cagliaritano, già vincitore del David di Donatello al Miglior cortometraggio con L'arbitro (2009) da cui è stato tratto anche un lungometraggio nel 2013 (qui le location de L’arbitro), torna a raccontare una Sardegna ancestrale dove, questa volta, immerge una versione inconsueta della figura di Maria – a cui presta il volto Benedetta Porcaroli – rappresentata come una giovane donna che sogna di scoprire il mondo e che si innamora di Giuseppe, interpretato da Alessandro Gassman. Una Maria che si è montata la testa con le storie della Bibbia come Don Chisciotte coi romanzi d’avventura. Un’adolescente che si trova ad affrontare un conflitto lacerante tra il suo piccolo disegno e quello immenso di Dio.
Prodotto da Sky Italia, Vision Distribution, La Luna e Indigo Film con il sostegno di Regione Sardegna, Sardegna Film Commission e MiC, il film di Zucca vuole essere un’opera capace di comunicare con il resto del mondo, anche se uno dei suoi punti di forza sarà proprio il radicamento in un contesto geografico, archeologico e antropologico di tipo locale. Il film è infatti girato interamente in Sardegna, che per l’occasione si trasforma in una Palestina arcaica e mitologica.
“La scelta dell’isola come luogo di ambientazione non vuole in alcun modo conferire all’opera un taglio folkloristico di carattere esclusivamente regionale – dichiara il regista e sceneggiatore. – Al contrario, è intenzione dell’opera rappresentare un universo storico all’interno del quale la presenza di alcune testimonianze archeologiche o di alcuni elementi scenici legati alla concretezza della vita di campagna in Sardegna, possano evocare, senza eccessive forzature, una civiltà mediterranea antica e frugale, come immaginiamo sia stata quella della Galilea di duemila anni fa”.
“Vangelo secondo Maria si muove in un contesto narrativo indubbiamente universale, quello della Bibbia, eppure uno dei suoi elementi distintivi è il radicamento in un contesto geografico decisamente locale, quello della Sardegna – spiega Paolo Zucca. – Non abbiamo mai pensato di ricostruire fedelmente la presunta realtà storica della Galilea di duemila anni fa, e ancor meno di ricalcare l'immaginario stereotipato di un presepio esotico fatto di turbanti e palmizi. Piuttosto abbiamo cercato di evocare, attraverso lo straordinario patrimonio archeologico e antropologico della Sardegna, la comune matrice mediterranea di civiltà agro-pastorali antichissime”.
Tra le location scelte dalla produzione, l’interno della basilica paleocristiana di San Giovanni di Sinis, nel territorio di Cabras; il parco del Colle di San Michele, area verde alle porte di Cagliari, dove una cavità tra le rocce ha fornito le ambientazioni interne corrispondenti agli esterni di una domus de janas che si trova a Villa Sant’ Antonio, in Marmilla; sempre nel cuore della Marmilla si sono girate alcune scene a Siddi.
Coinvolto anche il Montiferru, il più vasto complesso di origine vulcanica della Sardegna che sovrasta il golfo di Oristano ed il boscoso altopiano di Abbasanta. Per le scene fluviali è stata scelta un'area del fiume Flumendosa nel territorio di Gadoni. È stato inoltre coinvolto il complesso nuragico di Tamùli, un’importante area archeologica risalente all'età del Bronzo medio situata a Macomer.
Maria è una ragazzina di Nazareth. Come donna tutto le è proibito, anche imparare a leggere e scrivere. Ma lei sogna libertà e sapienza. Alla sinagoga si entusiasma per le storie della Bibbia, come don Chisciotte coi romanzi d'avventura. Dall'audacia dei profeti ha imparato la disobbedienza, sogna di scappare su un asino e scoprire il mondo, andare lontano. Trova in Giuseppe un maestro e un complice. Il loro matrimonio è casto, un paravento, mentre lui segretamente la istruisce, preparandola alla fuga. Ma ecco un ostacolo imprevisto: Maria e Giuseppe si innamorano. Stanno per abbandonarsi alla passione, quando l'angelo dell'annunciazione rovina tutto. Il piano di Dio e quello di Maria non coincidono affatto.
(Monica Sardelli)