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Presentazione della ricerca ANICA “I film italiani sui mercati esteri” – Rutelli: “mercato in espansione”

18-11-2022 Tempo di lettura: 5 minuti

Il 17 novembre presso la sala ANICA e in diretta streaming si è tenuta la presentazione integrale della prima ricognizione della ricerca I film italiani sui mercati esteri realizzata da Emilio Pucci per eMedia su commissione di ANICA l’Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Digitali.

Lo studio era già stato introdotto da Emilio Pucci durante un evento moderato da Francesca Medolago Albani nel corso del MIA, alla presenza dello stesso Rutelli, del Direttore generale Cinema e audiovisivo - MiC Nicola Borrelli e di Carlotta Calori, co-fondatrice e produttrice Indigo Film, Micaela Fusco, responsabile affari internazionali Intramovies s.r.l., Cristian Jezdic, CEO beQ entertainment, e Andrea Occhipinti, CEO Lucky Red.

La ricerca analizza i titoli realizzati negli ultimi cinque anni (dal 2017 al 2021) per le sale, la tv lineare e il VOD con l’obiettivo è quello di fornire una lettura generale del fenomeno della circolazione all’estero della produzione nazionale, con stime sul numero di film che hanno ottenuto una distribuzione internazionale e sui valori economici generati. Parallelamente è stata condotta una ricerca sperimentale sulla circolazione all’estero dei titoli italiani di catalogo, prodotti tra il 1930 e il 2016, al fine di poter illuminare anche un segmento importante dell’economia del settore, abitualmente non considerato e aggiuntivo rispetto alla produzione recente.

Dai dati si evince che tra il 2017 e il 2021 i film italiani prodotti sono stati 1.130 nei tre generi principali – finzione, documentario e animazione – per una media annuale di 226 titoli. La suddivisione per “piattaforma di destinazione primaria” (sala cinematografica, tv, VOD) risulta, nel tempo, sempre meno rigida, anche se i lungometraggi per la sala rimangono la componente di gran lunga maggiore (212 su 242 stimati nel 2021). La classificazione dei titoli suddivisi per macro-genere fa emergere che i titoli di finzione si attestano al 68% del totale, con i documentari, in crescita negli anni, al 31%; sono invece solo 8 i lungometraggi di animazione prodotti in Italia nel quinquennio osservato: solo 8, pari all’1% dell’offerta.

Le coproduzioni internazionali sono il principale veicolo per la circolazione internazionale: quelle avviate per i film “Cinema” (minoritarie, paritarie e maggioritarie) si attestano su una media annuale tra le 44 e le 47, a fronte di una media di 30 coproduzioni nei cinque anni precedenti. Una crescita evidente, se consideriamo che gli accordi siglati tra il 2017 e il 2021 tra produttori italiani e operatori esteri sono 209 (dato parziale a fine 2022), di cui ben 190 con partner europei (il 70%): Francia, Germania, Svizzera, Spagna e Belgio sono i principali Paesi coproduttori. Sono invece 19 gli accordi stipulati con operatori extraeuropei per film per la sala cinematografica e sono concentrati, in gran parte, nell’America Centro-Meridionale.

Il valore economico complessivo generato dalle collaborazioni internazionali sul quadriennio 2017-2020 è stimato in circa 92 milioni di euro: un netto +124% del capitale attratto nei quattro anni precedenti (2013-2016), pari a circa 41 milioni di euro.

È anche più che raddoppiato il numero dei titoli che – nell’arco dei cinque anni esaminati – ha avuto una circolazione sovranazionale. Si stima che quasi la metà del totale dei film prodotti negli ultimi anni sia stata oggetto di accordi con l’estero, dato cui contribuisce fortemente proprio l’aumento delle coproduzioni, che riguardano circa la metà dei titoli di questo sotto-insieme. La restante metà riguarda la vendita di film finiti o la collaborazione con servizi VOD globali.

L’analisi sui film di catalogo (prodotti fino al 2016), esplorati per la prima volta in questa ricerca, porta a ragionare anche sul valore duraturo apportato ai titolari dal consistente patrimonio filmico (oltre 4.300 i titoli censiti), in un range che va dai 6 ai 12 milioni aggiuntivi annui. Grazie all’aumento della domanda e della capacità di vendita, negli ultimi anni l’incremento delle vendite è stato tra il 10% e il 15%.

“È possibile quindi ragionare, al termine della prima fase di questa ricognizione, su un mercato in espansione, che mostra segni chiari di dinamismo e una reattività positiva ai cambiamenti nelle dinamiche della domanda e all’innovazione tecnologica presentati dal mercato – afferma il Presidente dell’ANICA, Francesco Rutelli. – Gli operatori sono stati incentivati da strumenti di grande efficacia da parte dell’amministrazione pubblica, Ministero della Cultura e ICE-ITA in testa, che hanno accompagnato la crescita delle capacità delle imprese, dimostrata dall’incremento della diffusione dei titoli italiani negli ultimi 5 anni, con un chiaro sviluppo delle relazioni e della forza commerciale, in perfetta sinergia con l’affermazione della qualità artistico-autoriale ed editoriale sul piano internazionale”.

(Mo.Sa.)