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Rapporto APA 2022: 1.420-1.470 milioni il valore dei contenuti TV+VOD nel 2021

17-10-2022

Nel corso del MIA l’Associazione Produttori Audiovisivi ha presentato il 4° Rapporto sulla Produzione Audiovisiva Nazionale. Il documento è stato illustrato dal Presidente di APA Giancarlo Leone, alla presenza del DG Nicola Borrelli, Direzione generale Cinema e audiovisivo del MiC, Mariapia Ammirati, Direttore Fiction Rai, Alessandro Araimo, General Manager Sud Europa di Warner Bros. Discovery, Roberto Luongo Direttore Generale ICE – Italian Trade Agency e Jaime Ondarza EVP & South EMEA Hub Leader di Paramount Global.

Dal Rapporto sono emersi alcuni dati significativi:

  • il costo totale di produzione di contenuti originali video-televisivi (TV + VOD) ha raggiunto nel 2021 il valore di €1.420-1.470 milioni (+37% rispetto al 2017);
  • gli investimenti in serie e film per la TV e il VOD costituiscono la componente principale del valore della produzione audiovisiva originale. Si tratta anche della componente che ha registrato la crescita maggiore fra il 2017 e il 2021 (+62%). Segue per dimensioni d’investimento il segmento dell’intrattenimento e degli altri generi (documentari, programmi di attualità e approfondimento, talk show, magazine culturali etc.);
  • fra il 2017 e il 2021 è cresciuto notevolmente (da 17 a 48) il numero dei titoli che hanno avuto circolazione estera. La crescita è dovuta sia alla produzione / distribuzione dei titoli per / sulle piattaforme globali sia a una maggiore capacità dei titoli prodotti per la TV di trovare opportunità distributive sui mercati internazionali. Il valore internazionale nel 2021 è stimato in circa 100 milioni di euro;
  • la metà (24 su 48) dei titoli originali italiani (serie e film di finzione) che circolano all’estero sono prodotti per le GVP (Global Video Platform). Fra il 2017 e il 2021 il numero dei titoli prodotti per la TV e che hanno avuto una qualche circolazione estera è passato da 15 a 24.
  • la crescita della domanda di serie e film di finzione per la TV e il VOD e l’espansione degli investimenti degli operatori delle piattaforme globali hanno contribuito alla crescita del valore della produzione nei generi scripted;
  • continua il consolidamento del settore tramite la moltiplicazione delle M&A anche per le imprese di piccola e media dimensione;
  • sono 111.235 i lavoratori coinvolti nelle attività dell’audiovisivo, suddivisi in 44.075 dipendenti, 47.014 autonomi, 14.155 amministratori, 3.488 dipendenti ex-Enpals e 2.502 imprenditori. Considerato anche l’indotto, il settore coinvolge oltre 200 mila lavoratori;
  • nell’offerta di Fiction 2021-2022, fra i committenti di fiction domestica, l’offerta degli operatori consolidati della tv lineare (Rai, Sky e Mediaset) continua ad avere un peso maggiore rispetto alla produzione originale italiana delle piattaforme (Netflix, Amazon Prime Video, Disney+) ma cresce sempre di più l’apporto degli streamer.

Tanti gli spunti interessanti dati dai numeri nel dibattito che ne è seguito.

Secondo Roberto Luongo prima che nascesse il MIA, presentare il settore audiovisivo all’estero era molto più complicato. L’intuizione del MIA ha reso evidente che il settore fosse, oltre che un fondamentale strumento culturale, anche un importantissimo centro di crescita e sviluppo per le imprese nel nostro paese. Le esportazioni sono raddoppiate in pochi anni, centinaia di operatori esteri sono arrivati in Italia per interfacciarsi con i colleghi locali anche grazie al ruolo di ICE. Tuttavia la sintonia con i mercati internazionali nella proposta dei contenuti da parte delle produzioni italiane rimane uno dei temi centrali della crescita del sistema audiovisivo all’estero.

Maria Pia Ammirati concentra il suo discorso sull’unione di contenuti e creatività: “i produttori hanno bisogno di scrittori, di romanzi, del concept, di un’idea che permetta a noi di creare qualcosa di appetibile sul mercato internazionale”. In un settore che cambia rapidamente, è necessario formare soggetti pronti a confrontarsi con il mercato estero, dove l’Italia è in grado di imporsi, come ha dimostrato la centralità del MIA.

Jaime Ondarza racconta il modello Paramount di disporre della finestra per un periodo limitato, adottato ad esempio con la serie Circeo, poi far sì che un altro soggetto ne disponga successivamente: un modello intelligente di sfruttamento delle finestre permette ai produttori di trovare differenti fonti di finanziamento per i propri progetti e ai soggetti come Paramount di condividere un investimento per creare opere di migliore qualità. La curva degli investimenti e il numero delle opere prodotte non possono crescere in maniera esponenziale, ed è per questo che lo sguardo va rivolto all’estero, dove il potenziale è altissimo, a maggior ragione in un’epoca in cui le piattaforme permettono ad un prodotto di essere rilasciato contemporaneamente in tutti i paesi in cui il servizio è disponibile. Per potersi interfacciare con i produttori internazionali occorre tuttavia avere regole certe, continuità e normative che non cambino frequentemente. Questo avrebbe un impatto positivo sull’occupazione, permettendo allo stesso tempo di esportare la nostra cultura e democrazia.

Alessandro Araimo racconta il processo attraverso cui il gruppo Warner Discovery è diventato leader in Italia, presente lungo tutta la catena del valore dello sfruttamento della produzione e dei diritti. Terzo broadcaster italiano e secondo a livello europeo per audience è di fatto la terza più grande piattaforma mondiale OTT dopo Disney e Netflix. Le piattaforme HBO Max e Discovery Plus presenti negli Stati Uniti e in molti paesi europei si fonderanno creando un soggetto che già oggi ha oltre 100 milioni di abbonati. Questo fa pensare in termini positivi allo sviluppo del mondo produttivo italiano. L’Industry produttiva italiana ha l’opportunità incredibile di avere più finestre globali e l’immediatezza nell’esportazione dei prodotti. Questo però richiede un aumento ulteriore della qualità e un lavoro comune sulla tipologia di storie che vengono raccontate.

Nicola Borrelli conclude i lavori notando come dal 2017 il volume degli investimenti nel settore sia aumentato così come numero di lavoratori e le vendite nei mercati internazionali. Questo dato è evidente alle istituzioni come a tutti gli addetti ai lavori. Tuttavia, nonostante si ragioni su basi differenti (opere realizzate vs opere che hanno fatto domande di contributo) c’è una grossa discrepanza tra i numeri enunciati da ANICA e APA (circa 300) e le domande di credito di importa nel 2021 (920 titoli). L’invito è a riflettere sulle politiche pubbliche che intervengono in questo settore e che hanno visto quasi triplicare le risorse a disposizione tra il 2017 e il 2021. Un altro spunto di riflessione riguarda le potenzialità del mercato e su come inserire l’Italia in questo percorso di crescita complessiva: la sensazione è, secondo il Direttore Generale, che si possa fare di più e meglio e che le politiche pubbliche devono essere riviste. Il panel si chiude con l’annuncio del completamento dell’iter di perfezionamento del tax credit produzione 2022, che ora attende il passaggio della registrazione alla Corte dei Conti e poi il via libera alle domande degli operatori.

(Monica Sardelli)